LilySlim Weight loss tickers

22 Sept 2011

trattamento di fine rapporto

stamattina ho messo finalmente mano al mio guardaroba. Finora, forse per stupida scaramanzia, non avevo osato.
Ho riempito tre grandi sacchi di vestiti che non mi stanno più. E' stata un'azione purificatoria e liberatoria, quasi rituale. Quei sacchi rappresentano una parte di me dalla quale prendo finalmente definitivo commiato. Ho mantenuto solo qualche cosa che mi sta ancora bene e poi, tutto il resto l'ho liquidato senza pensarci due volte. 
Negli ultimi giorni, poi, ho ceduto alla tentazione e, anche per gratificarmi un pò, mi sono comprate un paio di cosette nuove e a pochi euro in outlet.
Poter indossare due, tre taglie in meno, a seconda del modello e del tessuto, è stata un'emozione indescrivibile. Mi sorridevo davanti allo specchio del camerino per l'incredulità e la soddisfazione. Mi sentivo bella tutta. Lo specchio rimandava un'immagine di me radiante, di chi può finalmente indossare altro che le solite, noiose divise a vela da cicciona. Da tempo non mi sentivo così.
Spulciando nell'armadio poi, sono andata alla ricerca di una gonna di qualche anno fa, di quando ero "magra". Non ero sicura di averla conservata. Invece, in fondo in un angolo, l'ho trovata. Non ho perso tempo e l'ho sùbito voluta indossare. Mi sta di nuovo a pennello. Sono così contenta!!! 
Non mi resta che stringere un paio di gonne e comprarmi un pantalone nero, e l'indispensabile per ora ce l'ho.
Con questa prima operazione sgombro coatto, aria nuova e fresca gira anche nel mio guardaroba. 
Ho sempre curato il mio aspetto, nonostante le limitazioni impostemi dalla ciccia. Ora che mi sto sgonfiando inizio a sentirmi più libera di scegliere. Un nuovo vestito, il giusto rossetto, capelli sbarazzini, viso curato, un pò di frivolezza, sono gesti d'affetto per me stessa e una coccola per lo spirito. Insomma, anche il mio occhio vuole la sua parte!

20 Sept 2011

finalmente in piscina

oggi, dopo tanto parlare da parte mia, sono andata in piscina. Un altro piccolo traguardo d'aggiungere alla mia bacheca di sfide personali.
Devo ringraziare per questo credo mio marito, che sapendo della mia ignavia su questa questione, ne ha parlato con Willy, una nostra amica, e quest'ultima, avendo bisogno anche lei di muoversi, mi ha proposto di andarci insieme.
La presenza di un buddy è stata per me decisiva.
Io e Willy abbiamo nuotato per tre quarti d'ora e ho perso il conto delle vasche fatte. Quello che conta per me è che, dopo tanto bla bla, mi sono finalmente mossa e messa alla prova. 
Il fiato è un pò corto già alla prima vasca, credo che anche il betabloccante che prendo faccia la sua parte in questo senso. Tanto non è per la prestazione atletica che devo andarci, anche perchè, come mi è stato ribadito dalla fisioterapista, non devo assolutamente strafare. Piano piano, fra una bracciata e l'altra, lavorerò ad una condizione fisica, ora praticamente inesistente. Questo il vero obiettivo. 
E' stato piacevole andarci insieme ad un'amica. Condividiamo qualcosa sostenendoci a vicenda: abbiamo un appuntamento, un impegno reciproco, quindi non c'è spazio per le scuse.
Dopo il nuoto poi, ci siamo concesse pure una meritata pausa tè/caffè/chiacchiere nella caffetteria della piscina. Cosa chiedere di più?!
Gli indugi ormai sono stati rotti, ci ho preso gusto e ho deciso di andarci due volte alla settimana: martedì e giovedì. Così, oltre ad andare in bici, aggiungo i due momenti di attività fisica un pò più intensiva consigliati sempre dalla fisioterapista.
Mi sono stancata, ma sono soddisfatta di me, questo è certo.

19 Sept 2011

due mesi

oggi sono due mesi dal mio Gastric Bypass e peso 105,8 kg: ho perso in totale 13,9 kg. Li chiamiamo 14?!
Il bilancio, fatta eccezione per la fibrillazione, che peraltro non sembra essere direttamente collegata a questo intervento, è senz'altro positivo. 
Il peso, come previsto, è sceso molto meno velocemente rispetto al primo mese. Ho avuto anche due settimane di stallo, anche questo, come mi è stato detto, rientra nella normalità. 
Alle ore comandate ho fame, quindi quella non è sparita. La mia dieta prevede sei momenti al giorno per mangiare, per facilità li chiamo pasti, anche se, viste le quantità, il termine è un pò eccessivo. Comunque, ai tre pasti principali si aggiungono tre merende. Ecco queste ultime sono per me un problema, visto che soprattutto fra colazione e pranzo e fra pranzo e cena, non ho proprio fame. Ma mi devo imporre di mangiare perchè ho bisogno di nutrienti. Solo con tre pasti non riesco a raggiungere la quantità giornaliera a me indispensabile di proteine e calcio, come mi ha cazziato la dietista l'altro giorno.
La grande conquista, almeno per me, rimane il ritrovato senso di sazietà e le porzioni ridotte, che poi tanto ridotte non sono, almeno non come me le ero immaginate io nei miei scenari mentali più pessimistici. Penso che in totale per pasto raggiungo i 150-200g.
Per quanto riguarda i menù, mangio quello che cucino per il resto della famiglia. La carne troppo filamentosa e secca ancora non mi scende, il pesce, dall'inizio, va giù senza problemi. Anche il non poter bere durante i pasti non mi pesa particolarmente.
Devo mangiare lentamente e anche con il bere devo aspettare che il sorso sia sceso per prenderne un altro, altrimenti creo ingorgo e mi sento soffocare. 
Nell'ultima settimana ho dato un assaggio, per la prima volta in quasi due mesi, a cose dolci, tipo un biscotto, oppure un pezzettino, veramente ino, di cioccolata o ciambella. Non ho avuto nessuna reazione, nessuna dumpingPsicologicamente, però, la temo così tanto, che automaticamente mi astengo dall'andare oltre. 
Prendo con piacere atto che, proprio la Dumping Syndrome, una delle cose che più temevo del Gastric Bypass, e mi faceva propendere per la Sleeve, ora si rivela un grande punto in mio favore. Il che mi rende ancora più soddisfatta della mia scelta.
Sul potenziale cambio di gusti, finora posso parlare di una maggiore acutezza: il dolce mi sembra moooolto dolce, sarà anche per la quasi totale astinenza, il salato pure. E le cose eccessivamente grasse mi disgustano.
L'aspetto conviviale del mangiare, che temevo più di tutto, si sta rivelando un falso problema. Riesco a resistere a molte tentazioni, e quando non ce la faccio proprio, prendo un assaggio minimo e mi sento soddisfatta. Più volte siamo andati a mangiare fuori e non è stata per niente una tragedia. Mi sono scelte le mie cose e quello che non mi entrava più l'ho passato a mio marito. Sì perchè il bellissimo è che quando sono piena, potrebbe esserci la tentazione più succulenta e slurposa in tavola, non riesco proprio ad andare oltre.  

La parte più difficile per me è il dover mangiare consapevolmente in relazione ai tempi di masticazione e deglutizione. Ecco, quello sì è tutto da imparare, visto che il mio cervello dà ordini in automatico. Invece devo pensare attentamente a quello che faccio per evitare di sentirmi male. Ci vorrà tempo, ma ci arrivo, e il fatto che non mi sento più soffocare per ingorghi nell'esofago, e non rigurgito da tempo, nè tanto meno vomito, dimostra i miei progressi. 
Poi c'è la parte della "ricompensa" a tutti i sacrifici, che non è certo roba da poco. Vedere giorno dopo giorno il mio corpo sgonfiarsi, potermi muovere più agilmente senza impicci cicciosi che mi ostacolano, apprezzare la mia figura in un modo nuovo, avere una maggiore scelta nell'acquisto dei vestiti, riuscire ad accavallare le gambe, sono sicuramente tutti stimoli ad andare avanti e non scoraggiarmi davanti agli ostacoli. I capelli che cadono, per esempio, sono stati motivo di cambio drastico e rigenerante di look. Della serie: come trasformare un evento "meno", in uno "più"!
L'aspetto psicologico dell'operazione ha per me l'impatto più forte. Arrivare e prendere la decisione di operarmi e cambiare irreversibilmente il mio corpo, mi è costata molta energia. Me ne rendo conto ora che ne sono a corto per affrontare il sopraggiunto e inatteso problema al cuore.
La buona notizia è che incomincio a vedere la luce alla fine del tunnel e questo mi sostiene ad andarle incontro.

Continua così ragazza!

18 Sept 2011

che c'è di male a dirlo?

tutti si complimentano per i risultati, ma solo pochi non ignorano o liquidano con noncuranza cosa ho dovuto, devo e dovrò fare per ottenerli. 
Questa superficialità, specie se arriva da vicino, mi ferisce molto. Sono anche stanca di dover accettare la presunta "buona fede" delle azioni altrui che riguardano me, perchè, si sappia, la buona di fede, fà male quanto e come la cattiva.
Non sono un fenomeno da mostrare, nè tanto meno un oggetto di conversazione. Le persone che sentivo di dover informare, le ho informate personalmente. Il resto della gente non mi interessava prima, mi interessa meno ora. 
Non cerco complimenti, nè la "comprensione"/partecipazione finta o vera che sia del mio prossimo. Semplicemente non ho voglia di spiegare a tutto il mondo, così tanto per parlarne, le mie scelte, i miei perchè, il dolore che si rinnova ogni volta che ne parlo. E questa è faccenda molto diversa dal "che c'è di male a dirlo?".
Sono stata costretta da circostanze avverse, da una malattia subdola qual è l'obesità, a dover ricorrere a rimedi estremi, per darmi la possibilità di un futuro migliore. L'operazione l'ho fatta il 19 luglio 2011, ma le conseguenze che porta con sè, sono a vita. E questo, se per molti è un piccolo dettaglio da ignorare, per me no. 
Della mia famiglia, l'unico che sa veramente quanto dolore e lacrime mi è costata questa decisione, è mio marito, che mi è stato davvero affianco in tutto. Gli altri, chi più chi meno, ne sono stati toccati marginalmente e la leggerezza con cui parlano di tutto, lo dimostra.
Tre quarti della mia vita sono il risultato di decisioni altrui che ho dovuto subire, non ultimo la mia obesità. Non è vittimismo, è un dato di fatto.
Da quando ho deciso di venirmene qui, nel bene e nel male, sono finalmente io in carica al 100%. Questo ultimo percorso intrapreso, ne è l'ennesima prova.

Sono orgogliosa di me e fiera della mia scelta, non ho niente di cui vergognarmi o rimproverarmi. I risultati che si cominciano a vedere, mi danno grande soddisfazione, ma il prezzo che ho dovuto pagare e i sacrifici che mi costano giornalmente, non li dimentico. Per questo non ci trovo niente da festeggiare, nè ci vedo motivo di vanto pubblico. 
Il mio organismo è cambiato per sempre e con esso sta cambiando tutto il resto, non solo esteticamente.
Le cinque piccole cicatrici che si vedono sulla mia pancia sono solo il promemoria di una ferita ben più grande e profonda, che mi ha segnato e cambiato il corso della vita e che spero l'amore per me stessa e il tempo rimargineranno.  
L'empatia è cosa preziosa e rara, ma il rispetto per me e le mie sofferenze, quello sì che lo pretendo.
Questo il male che c'è.

15 Sept 2011

maratona specialistica

quella di oggi. Come previsto mi sono vista nell'ordine con la dietista, la fisioterapista e la psicologa. Sono partita da casa alle 9.30 e sono ritornata alle 17.00. 
Ma andiamo con ordine.
La dietista mi ha chiesto come andasse con la dieta e cosa mangiavo. Dal mio racconto ha potuto calcolare che non mangio sufficientemente e che la percentuale giornaliera raccomandata di proteine, non la raggiungo. Dal controllo del peso poi, mi ha confermato che stavo perdendo troppo e velocemente. Mi ha cazziata ben bene e per la prima volta nella mia vita mi sono sentita dire: "devi mangiare di più!". La sorte mi sfruculia, se non è ironia questa! Mi ha detto che lo sapeva che non ho fame, ma i sei pasti sono lì per una ragione. Ora mangio appena 1/6 di quanto mangiavo prima. La capacità del nuovo stomaco è molto ridotta, quindi l'entrata giornaliera di nutrienti deve essere divisa nell'arco della giornata. Saltando le merende, come spesso faccio io per mancanza assoluta di fame, non mi nutro sufficientemente e danneggio irreversibilmente, fra le altre cose, la mia massa muscolare. Inoltre mangiando più volte al giorno si evita di arrivare ai pasti principali con tantissima fame, e ritornare nelle viziose abitudini pre-operazione. Insomma ho incassato il colpo e mi sono ripromessa di rispettare le regole. Ci siamo date appuntamento per il 13 ottobre prossimo.
La visita con la fisioterapista era alle 13.00, quindi avevo circa due ore da far passare. Sapendo gli intervalli d'attesa fra una visita e l'altra mi ero portata da casa il mio uncinetto, qualche libro e il panino per mezzogiorno. Mi sono diretta al parcheggio. Giornata d'estate oggi, cielo terso e sole splendente. Una volta in macchina, ho aperto tutti i finestrini e mi sono messa a lavorare. Verso le 12.30 ho mangiato il panino e subito dopo mi sono diretta in reparto per la seconda visita del giorno.
La fisioterapista, molto giovane, aveva un marcato accento americano. Si è scusata per il suo olandese, io sorridendo le ho detto che eravamo entrambe ospiti in questo Paese. Mi ha chiesto come andasse con il movimento dopo l'operazione. Io le ho detto che mi sento sicuramente più agile sia nel salire le scale, sia nell'andare in bici. Attività fisica che facevo era camminare di tanto in tanto, faccende in casa, bici, ma niente di più. L'ho aggiornata anche della sopravvenuta fibrillazione atriale e delle medicine che prendo. 
Lei mi ha detto che potevo iniziare ad inserire due volte alla settimana almeno trenta minuti di attività cardio, in modo molto graduale, considerato che sono stata operata da poco e non devo sforzare il mio corpo più del necessario. 
Io, sentendo attività cardio le ho chiesto se il betabloccante che prendo poteva essere un problema, vista la sua funzione di rallentamento della frequenza cardiaca. Lei mi ha risposto che nonostante il rallentamento provocato dal farmaco, durante un'attività fisica intensiva, il battito anche se frenato, sale comunque. Anche lei lo prendeva (il che mi ha sorpresa non poco vista la sua giovane età) e se la sua frequenza da ferma si aggira intorno ai 50-60 battiti p/m, questa sale in fase motoria ai 130 p/m. 
Comunque, prima di iniziare qualsiasi cosa, mi sarei dovuta consultare con il mio cardiolgo. Le ho detto che la domanda l'avevo già posta e lui mi ha rassicurata che posso fare tranquillamente sport.
Quindi non restava altro che iniziare. Se volevo, poteva inserirmi nel suo gruppo di pazienti con un incontro bisettimanale lì in ospedale. Lo scopo era di iniziare a piccoli passi, sotto supervisione specialistica, un'attività fisica più intensiva (un'ora) e costante (almeno due volte alla settimana). Gli appuntamenti non potevano essere saltati con le più disparate scuse, sia per una questione di disciplina personale, che di rispetto verso il lavoro degli altri. I posti erano limitati, quindi se si accettava, si prendeva l'impegno di lavorare seriamente. 

Io le ho detto che diventava un pò difficile per me fare su e giù da Amsterdam, specie nel pomeriggio, considerato tutte le cose, fra scuola, danza e piscina, che ho da fare con little ms. Sunshine. 
Lei comprendendo appieno la situazione, mi ha detto che non era indispensabile che io andassi lì, anche perchè aveva la netta sensazione che io fossi motivata abbastanza a seguire un programma di attività fisica, a prescindere dalla locazione. 
Potevo mettermi in contatto con un fisioterapista della mia città, oppure seguire un programma ad hoc di fitness terapeutico, in palestra.
A questo punto le ho parlato della mia intenzione di andare a nuotare, e lei mi ha detto che andava benissimo, a patto di non strafare sforzando eccessivamente il mio corpo ancora in fase di guarigione da un intervento serio come il Gastric Bypass. La gradualità dello sforzo nell'attività fisica è condizione inprescindibile in questa fase, tanto quanto lo sono la costanza e l'intensità. La supervisione di un fisioterapista si inserisce proprio in questo contesto. Lo specialista sa quanti e quali esercizi inserire nel programma di riabilitazione fisica di pazienti come me, e soprattutto sa come farli eseguire. 

Comunque per qualsiasi dubbio o chiarimento potevo sempre contattare lei o un fisioterapista della mia città. 
Erano le 13.30 circa e l'ultimo appuntamento, quello con la psicologa era alle 15.00. Così, tanto per mettere subito in pratica la promessa fatta a me e alla dietista, sono andata giù in caffetteria e mi sono ordinata un latte freddo. Dopodicchè sono rientrata in macchina e ho continuato a lavorare all'uncinetto. All'ora prevista mia sono recata su in reparto per l'ultima visita. Dopo qualche minuto di attesa, la psicologa  sig.ra Dekker mi è venuta a prendere e mi ha fatto accomodare nel suo studio. 
La sig.ra, molto dolce e giovane, mi ha spiegato che quall'appuntamento era solo conoscitivo. Mi ha sùbito chiesto quale fosse il problema e io le ho spiegato tutto quello che mi era successo da dopo il 19 luglio. Mi sono ovviamente soffermata su quello che per me era fonte di stress e angoscia in questo: il sopraggiunto problema al cuore e i miei timori subconsci di essere stata io a causarlo decidendo di operarmi. Le insicurezze che ne sono derivate, la paura, la rabbia, l'insoddisfazione generale, l'abbattimento, la voglia di cambiare anche la mia vita di tutti i giorni.
La sensazione piacevole che ho avuto da subito è che lei, ascoltandomi per tutto il tempo con attenzione, comprendendeva completamente le mie paure e non mi giudicava. 
Mi ha detto che avevo fatto sicuramente bene a prendere contatto con loro, dimostra che prendo atto del problema e cerco di risolverlo anche chiedendo aiuto. Loro sono inseriti nel team di bariatria perchè sanno che l'impatto psicologico dell'operazione è notevole sul paziente, più di quanto si possa immaginare. Non tutti hanno necessità di iniziare un percorso psicologico di sostegno post-operazione, ma per molti pazienti è sicuramente d'aiuto.
Mi ha poi chiesto cosa mi aspettassi dallo psicologo. Le ho risposto che speravo mi fosse indicata una strada da percorrere per comprendere e accettare il nuovo status quo. Lei ha annuito e mi ha detto che sicuramente poteva essermi d'aiuto in molti modi e ha fissato il primo appuntamento di terapia per il 29 settembre prossimo. Avremo tre quarti d'ora per parlare. Insomma da lì si parte, il resto lo vedremo volta per volta.  

Trenta minuti intensi e certamente positivi per me. Per il solo fatto di averne parlato con un estraneo competente, già mi sento meglio.
Sono tornata a casa stanca, ma soddisfatta della mia giornata e soprattutto di me. Il primo sasso l'ho gettato, vediamo dove i cerchi mi portano.

14 Sept 2011

taglio corto e via!

i capelli cadono e la chioma comincia visibilmente a diradarsi. Quindi è tempo di misure drastiche: taglio corto!
Non vedo altra alternativa fra mantenere questa mezza lunghezza dall'aspetto di uno spaventapasseri spennacchiato o tagliarli molto corti e rinforzarli.
Il cambio look poi credo sia corroborante e fà pendant con il cambiamento generale peraltro già visibile. 
Da adulta non ho mai osato tagliare corto per via della faccia tonda. Ma ora chi se ne frega. Vado di pixie!
Mi sembra anche una metafora di vita. Dovrei applicare tanta decisione a tutto il resto. Ma ci sto arrivando!

12 Sept 2011

partenze

i piccolinis se ne sono andati. Sono triste. 
Stamattina presto i saluti con little ms. Sunshine e mr. Gordilla che andavano rispettivamente a scuola e a lavoro. Evvai con i primi pianti.
Verso le 11.00 li ho accompagnati in stazione. La separazione,  soprattutto con la mamma, è stata straziante. In questi due mesi e mezzo di soggiorno olandese, si è presa lei cura di tutto in casa. Papà, invece, era addetto alla spesa. Io ero praticamente in ferie da ogni faccenda domestica.
La loro presenza qui è stata importante tanto per me quanto per mio marito e la nostra piccola. 
Mr. Gordilla ha perso il suo "compagno di avventure" e la "mamma tornado". Mentre la piccola ms. Sunshine, le coccole e le cure salutari di "nonno pomodoro" e "nonna oimmè", così come li ha ribattezzati lei stessa.
A prescindere dall'utilissimo sostegno pratico, è bello avere un pezzo di famiglia con sè, qualcuno su cui poter contare a prescindere. Questo è ciò che mi manca del mio Paese. La famiglia e gli amici, quei pochi e buoni che ho, non sono replicabili. E il vuoto che soprattutto in momenti di difficoltà sento, ahimè, non è sempre colmabile con telefonate o mail.
Quando poco fa sono andata a prendere la mia little ms. da scuola, le ho detto che i nonni erano partiti e le ho chiesto se le sarebbero mancati. Lei, un pò triste, mi ha risposto di sì facendomi a sua volta la stessa domanda. Anche io le ho risposto di sì e lei mi ha detto seria "mamma, non ti preoccupare, mi occupo io di te ora".
Questa volta le lacrime che mi sono scese, erano d'Amore per la mia sorprendente Meravigliosa Creatura.

9 Sept 2011

manco a farlo apposta

oggi pomeriggio sono riprese le lezioni di nuoto per little ms. Sunshine. La lezione dura un'ora, e in genere vado in centro a fare la spesa o a godermi la mia "ora di libertà". 
Questa volta però non ne avevo voglia e sono rimasta in piscina ad aspettare al bar che la lezione finisse. Nell'attesa, mi sono seduta al grande tavolo sul quale ho notato immediatamente, fra le tante riviste e giornali, una piccola brochure intitolata "CARDIO". 
Incuriosita da quel titolo, l'ho iniziata a sfogliare e leggere.
Era un opuscolo informativo sulle malattie cardio-vascolari, a cura dell'Associazione "De Hart & Vaatgroep" (Gruppo malattie cardio-vascolari), delle province Noord-Holland e Flevoland. All'interno una serie di notizie molto interessanti e il rinvio alla loro rivista mensile "Vida", che ho trovato anche quella, sul tavolo.
Con mia sorpresa vi erano molti articoli proprio sulla fibrillazione atriale, che come sapevo colpisce molte persone ed è l'aritmia cardiaca più diffusa al mondo. Indirizzi web e appuntamenti molto utili per chi, confrontato con questo problema,  vuole capirci un pò di più e soprattutto vuole imparare a conviverci, confrontandosi anche con compagni di sventura. 

Un  appuntamento per tutti: il 30 settembre prossimo l'Associazione organizza "Giornata Nazionale della Fibrillazione Atriale". 
Devo aggiungere altro? Ho sorriso fra me e me. L'universo cospira in mio favore!

8 Sept 2011

rabbia

ne sono piena. Sono incazzata con tutto, con tutti e con il mondo. Era da parecchio che non  mi succedeva. Negli anni, soprattutto da quando sono qui, ho imparato a dominarla la mia rabbia e a trasformarla. Ora non mi riesce più. E' troppa e non la contengo.
Grave effetto collaterale di questo stato rabbioso sono le vittime che miete. Io stessa, che ne sono ostaggio, ma anche e  non di meno chi mi sta vicino. Mi basta un niente per esplodere, letteralemte esplodere e chi ne fa le conseguenze sono mia figlia e mio marito. Mi odio ancora di più per questo. Soprattutto quando si tratta di mia figlia. Quando sono così arrabbiata e lei fa qualcosa che non avrebbe dovuto fare, la rabbia di cui sono colma, straripa, ferendo. La cosa più brutta è che vedo il terrore nei suoi occhi. Ha paura di me. E' una visione terribile, una lama che mi penetra dentro. Io sono la causa del suo e del mio dolore.
Quando subito dopo mi calmo, lei viene puntualmente da me e mi dà un bacio oppure mi abbraccia facendomi sentire ancora più sbagliata e snaturata. In quel momento vedo l'enormità del mio fallimento.
Le mie reazioni cominciano ad essere sproporzionate e prima di fare danni ancora più seri, devo riprendere possesso del mio controllo.
Il grave problema è che sono a corto di energia, l'ho finita. Ma devo/voglio trovare un modo per ricaricarmi e uscire da questo vortice malefico. 
"Shit happens", si dice. Be' è proprio così, e grogiolarmici dentro, certo non migliora la situazione. 
Sono stanca dei miei pensieri circolari. Sono stanca di me. Voglio guardare il mio presente con altri occhi, godendomi quello che ho, non piangendomi addosso per quello che non va, e mettendo i primi passi per ottenere quello che voglio.
Questo è parlare!

7 Sept 2011

perchè

doveva capitarmi questa fibrillazione atriale?
Perchè ora?
Perchè, in un angolo remoto del mio cervello, penso che il Gastric Bypass sia la causa? Perchè non mi fido completamente di quello che invece mi dicono i dottori al riguardo?
Perchè non smetto di sentirmi in colpa per quello che mi è successo?
Perchè non riesco a scindere i due eventi e andare avanti con la mia vita?
Perchè non mi sono messa a dieta invece di operarmi?
Perchè da zero medicine prima dell'operazione, sono passata a tre dopo?
Perchè la bilancia si è inchiodata?
Perchè non vado davvero in piscina invece di continuare solo a dirlo?
Perchè non oso più?
Perchè sono diventata così insicura nei rapporti interpersonali?
Perchè non riesco a godermi il momento, il presente?
Perchè non mi dò una mossa e cambio quello che non mi va più?
Perchè continuo a illudermi sulle persone?
Perchè non imparo una volta per tutte a non aspettarmi niente da nessuno?
Perchè non mi concentro su quello che invece va bene?

Mentre scrivo mi rendo conto di quanto siano inutili e dannosi tutti questi perchè.
Devo abbandonare questa nave che affonda, prima che sia troppo tardi.

5 Sept 2011

una tregua

stamattina dopo aver accompagnato la nostra little ms. Sunshine a scuola, per il suo primo giorno nel gruppo 3 (la prima elementare), la prima cosa che ho fatto è stato chiamare l'ospedale e fissare un consulto telefonico con il cardiologo e un appuntamento con la psicologa. Quest'ultimo sarà il 15 settembre prossimo.
Alle 12.20, invece, mi ha chiamato il dr. Mairuhu. Gli ho spiegato la mia perplessità sull'assunzione del nuovo farmaco antiaritmico da lui prescritto, in relazione alla mia recente operazione e lui, d'accordo con me, mi ha detto di rivederci ad ottobre e da lì decidere il da farsi. Il test da sforzo ovviamente cadeva, ma le analisi del sangue no. Come già sapevo, dovevo continuare a prendere il betabloccante e l'anticoagulante.
Ho fissato il nuovo appuntamento con il cardiologo per il 13 ottobre, giorno in cui farò anche il controllo ai 3 mesi con il chirurgo.
Mi sento meglio. Che si tratti di chili di grasso o di zavorre psicologiche, anche questo è un altro peso in meno. 
Sono contenta anche di incontrare la psicologa, perchè ho assolutamente bisogno di parlare con qualcuno che abbia competenza e sappia indicarmi una via d'uscita da questo labirinto psico-emotivo in cui mi sono ficcata.

2 Sept 2011

il cardiologo e il cuore matto

un sorridente dottor Mairuhu, che mi ha subito riconosciuta, ha esordito dicendo: "come arrivi tu alla fibrillazione atriale?".
"A saperlo!" - gli ho risposto io, amareggiata.
Mi ha sorriso di nuovo e mi ha fatto accomodare. Quando, pochi minuti prima, mi sono presentata in accettazione, avevo consegnato all'infermiera la richiesta per la visita specialistica del mio medico curante, e la copia dell'ECG del 7 agosto scorso, che evidenziava la fibrillazione atriale. Quindi il dottore conosceva i nuovi sviluppi.
Poi mi ha chiesto come è iniziato l'attacco e la durata. Gli ho risposto che ieri, a 25 giorni di distanza, se n'era verificato un altro, e che in entrambi i casi ero a letto e molto serena, che sono durati circa 8 ore e sono cessati spontaneamente. 
Gli ho immediatamente chiesto se mi dovevo preoccupare per la mia vita e se questo problema fosse una conseguenza del Gastric Bypass che, ironia della sorte beffarda, avevo deciso di fare proprio per prevenire problemi soprattutto al cuore. Lui mi ha assicurato che non si tratta di una patologia che minaccia la vita e che non c'è nessuna correlazione diretta con il tipo di operazione che ho fatto. Anche perchè, come hanno dimostrato tutte le analisi pre-operatorie, il mio cuore, soffio a parte, è sano. Sono solo state circostanze e coincidenze sfortunate. Per dirla a parole mie, invece, sfiga nera.
Non c'è una spiegazione chiara e netta per la fibrillazione in genere. Quello che non si deve sottovalutare nel mio caso, è che il mio organismo ha subìto un enorme cambiamento e ora sta ricercando un equilibrio che potrebbe provocare scompensi. Quindi indirettamente l'intervento chirurgico potrebbe aver scatenato la fibrillazione (che io credo fosse già presente in maniera latente da almeno due anni).
Le medicine che mi sono state prescritte all'ospedale il 7 agosto, vanno bene e servono per prevenire i rischi connessi alla fibrillazione atriale: ictus cerebrale ed embolia. Ma non prevengono gli attacchi, per questo lui mi ha prescritto un altro farmaco da aggiungere al cocktail. Evvai e siamo a 3! Questo farmaco, però, che potrebbe darmi problemi seri, deve essere assunto esclusivamente sotto controllo medico. Infatti lo proverò per venti giorni, durante i quali, farò anche un esame cardiaco sotto sforzo per accertare che lo stesso non crei maggiori scompensi al mio cuore. Mi ha anche prescritto delle analisi del sangue per controllare una serie di valori che potrebbero chiarire la causa del problema.
Gli ho anche chiesto come fosse l'ECG che mi era stato fatto quando sono arrivata, e lui mi ha detto che era normale.
Il dottore ha poi aggiunto che un altro aspetto da tenere sotto controllo, in relazione alla fibrillazione atriale, è la ritenzione dei liquidi. Un atrio “fibrillante” nel tempo perde la contrazione e questo fatto determina la riduzione del circa 20% – 30% dell’efficienza di pompa del cuore. L’importante perdita dell’efficienza cardiaca non fa altro che aumentare la sintomatologia del paziente peggiorando principalmente l’affanno e la stanchezza. Per la stessa ragione aumenta la ritenzione di liquidi, quindi il peso corporeo e compare il gonfiore (l’edema) a livello degli arti inferiori.
Il 15 settembre, insieme alle altre visite post-operatorie  programmate con la dietista e la fisioterapista, farò anche il prelievo del sangue e il test sotto sforzo, mentre il 23 mi rivedrò con lui.
Sono uscita dall'ospedale tranquilla ma non troppo, e ho spiegato alla mamma e papà, che mi avevano accompagnata, cosa mi aveva detto il cardiologo.
Quando sono arrivata a casa ho immediatamente "googolato" il farmaco prescrittomi, il Tambocor CR (controlled release=rilascio graduale), principio attivo flecainide. Non c'è da stare allegri. Molti pazienti che soffrono di fibrillazione atriale, una volta provato questo farmaco, preferiscono sospenderlo, continuando solo la terapia anticoagulante e betabloccante preventiva, per via dei pesanti effetti collaterali della flecainide: possibile maggiore aritmia o, per contro, bradicardia, e poi dispnea, confusione, dimenticanza, atassia,  nausea, vomito, vista doppia, abbassamento delle difese immunitarie, ittero.
Soprattutto chi è affetto da fibrillazione atriale parossistica (come me finora), preferisce convivere con gli attacchi saltuari, piuttosto che assumere questo farmaco e rischiare di peggiorare la situazione rendendola addirittura cronica. 
Almeno a quanto leggo su internet, il rischio è molto alto di cadere dalla padella nella brace. 
Lunedì telefono in cardiologia per fissare un consulto telefonico con il dr. Mairuhu e chiedergli se è proprio necessario che prenda questo nuovo farmaco, considerata la natura parossistica della mia fibrillazione e, non meno importante, la mia nuova anatomia e fisiologia interna dopo il Gastric Bypass. E se proprio devo, per quanto. Devo anche accertarmi se per il test da sforzo dovrò sospendere il betabloccante, così come indicato nel foglietto datomi dall'infermiera, visto che lui non me ne ha fatto cenno.
La triste conclusione che traggo è che questa fibrillazione atriale sarà pure "innocente", ma è subdola. Questo non vuol dire che devo cantarmi il requiem, ma che devo imparare ad accettarla, limitarne i rischi e rimanere allerta. 
L'impatto psicologico che ha su di me è catastrofico. In questo momento ne sono sopraffatta, mi sembra di essere entrata in un tunnel senza uscita. Metto in discussione anche tutte le decisioni prese finora nutrendo così un senso di colpa deleterio. Sono arrabbiata con me stessa e non riesco a scindere il Gastric Bypass dal sopravvenire della fibrillazione. Il che mi consuma. 
Ho bisogno d'aiuto professionale e prima lo cerco, meglio sarà per la mia salute psichica.

1 Sept 2011

ci risiamo

praticamente alla vigilia della visita con il cardiologo, il mio cuore rifà il matto. La notte scorsa all'1.15 ha iniziato a battere molto forte e senza ritmo. Bruttissima sensazione, mi sembrava che da un momento all'altro esplodesse. Avevo molto freddo. Ero anche sola, perchè mr. Gordillla è fuori sede per lavoro, quindi l'agitazione era doppia. Non prendendo pace, anche se era tardi, verso l'1.30 l'ho chiamato. Non è che lui potesse fare granché a 200 km di distanza, ma parlargli mi ha tranquillizzata un pò. Continuando a tremare per il freddo, ho aggiunto una coperta e dopo essermi girata e rigirata nel letto per l'ennesima volta, esausta mi sono addormentata. Stamattina alle 7.30 mi sono svegliata stanca e il cuore, anche se con minore intensità, era ancora in fibrillazione. Ero preoccupata ma non agitata. Mr. Gordilla mi ha telefonato alle 7.50 per sapere come stavo e mi ha consigliato di chiamare il dottore, cosa che io avevo già intenzione di fare alle 8.00 quando apriva lo studio.
Alle 8.45, la segretaria mi ha fissato l'appuntamento con la tirocinante, perchè il dottore oggi iniziava ambulatorio in tarda mattinata.
Una volta lì, la dottoressa mi ha chiesto cosa fosse successo e poi mi ha auscultato il cuore e i polmoni, mi ha misurato l'ossigenazione del sangue e la pressione. Come l'altra volta, avevo la sensazione che la fibrillazione fosse cessata, infatti era così. La tirocinante, però per avere conferma della sua diagnosi, ha chiamato il mio dottore che è immediatamente venuto. 
Mi ha chiesto quanti chili avevo già perso e quando gli ho risposto 11 in poco più di cinque settimane, lui ha sorriso e mi ha detto che avrebbe dovuta farla anche lui l'operazione. Mi ha fatto ridere. 
Dopo avermi auscultato il cuore e accertata la frequenza del battito cardiaco, anche lui mi ha confermato che il ritmo cardiaco era regolare. Si è accertato con la dottoressa che anche gli altri valori lo fossero, e mi ha consigliato, in caso di recidiva, di aumentare di mezza dose il bisopropolo, potevo anche arrivare a prenderne 10g. In caso di forte dolore, difficoltà respiratorie e altri sintomi preoccupanti, avrei dovuto chiamare il pronto soccorso. 
Gli ho anche detto che stranamente il problema, come l'altra volta, si è verificato, quando io ero davvero molto serena. Secondo lui questi episodi potevano essere correlati ai rapidi cambiamenti a cui il mio organismo è sottoposto, ma il cardiologo sarebbe stato sicuramente più accurato nella diagnosi. 
Sono uscita dall'ambulatorio quasi in trance. Mi sento molto stanca, ma tutto sommato sono più tranquilla della volta scorsa intanto perchè so di cosa si tratta, e poi mi sembra già di avere imparato a convivere con questo problema. La preoccupazione rimane eccome, ma sono relativamente calma e non sono più incazzata per la beffa
Finalmente  domani vedrò il cardiologo per capirne un pò di più. Almeno spero.