LilySlim Weight loss tickers

31 Dec 2011

la prova della cuoca

stamattina avevo un appuntamento con un mio vecchio cliente che vuole organizzare una cena il 21 gennaio prossimo.
Non ci vedevamo da più o meno due anni, quindi ero curiosa di vedere la sua reazione nell'incontrarmi. Con uno sguardo pieno d'ammirazione, il suo immediato commento: "stai benissimo, hai un'aspetto molto sano!". 
I punti interrogativi quasi quasi gli si stampavano in faccia, tanto era evidente la sua curiosità. Willem potrei definirlo un esteta, un pò eccentrico, molto simpatico e amichevole. Un uomo di mondo, un viveur e insieme a sua moglie Katherine e le tre figliolette, sanno sicuramente godersi la vita.
Siccome fra di noi c'è confidenza, gli ho detto, in due parole, della mia operazione. Lui si è congratulato e complimentato per l'ennesima volta con me, dopodicchè gli ho chiesto cosa avesse in mente per la sua cena. 
Lo scorso anno, come per l'anno precedente, mi aveva contattata per la sua cena di Natale, ma siccome ero stata da poco operata alla vescica, ho dovuto rinunciare.
Lui si è quindi rivolto ad un altro chef italiano, del quale mi ha fatto vedere il menù dalle combinazioni insolite per un paio di portate, ma per il resto, come gli ho fatto notare,  assolutamente standard (vedi i molluschi per antipasto e la panna cotta per dolce). Tanto che, in un momento auto referenziale, ho pensato fra me e me chef così originale, questo Alessandro, che Willem ha richiamato me...
L'ultima volta che ho cucinato per lui, il menù concordato era in parte tradizionale ma con abbinamenti particolari (uno per tutti le tagliatelle al nero di seppia in salsa agli agrumi), che gli erano piaciuti molto. Questa volta voleva estendere l'effetto sorpresa su tutto il menù, l'essenza: Cucina Italiana ma in chiave moderna e possibilmente fusion.
Willem ha delle richieste sempre un pò alternative, ma è proprio questo che mi piace, perchè mi stimola ad andare oltre.
Le sue preferenze erano comunque chiare, quindi gli ho detto che ci avrei pensato e gli avrei mandato la mia proposta entro la metà della prossima settimana. Ci siamo augurati una buona fine ed un buon inizio e salutati.
E' bello conoscere gente di questo tipo, mi stimola a fare di più e meglio. Le sfide mi piacciono in genere, ma ancora di più quelle con me stessa: c'è più gusto! 

28 Dec 2011

ritrovarsi

oggi mr. Gordilla doveva recarsi a Utrecht per ritirare il suo nuovo notebook. Visto che little ms. Sunshine ha vacanza e io sono libera, ne ho approfittato per fare una capatina all'IKEA che è sulla strada. 
Mentre mr. Gordilla sbrigava le sue faccende, la piccola si sfrenava nell'area gioco, io ho fatto in tutto relax il mio shopping. Quando, dopo un paio d'ore mio marito, è venuto a prenderci, mi ha detto che saremmo andati a trovare Kan Mui, una sua amica di vecchia data che abitava proprio ad Utrecht e che non vedeva da più di dieci anni. Kan Mui io la conoscevo solo di nome, per via dei racconti di mio marito, quindi anche io non vedevo l'ora d'incontrarla. 
E' stato bello essere testimone del fatto che il tempo per tutti e due è come se non fosse passato per niente, si sono ritrovati immediatamente. E anche io ho subito legato con lei. Persona molto spontanea, aperta e ospitale, sicuramente dal cuore grande. Kan Mui, di origine cinese, ora è sposata con Eelco, olandese e, insieme, hanno due bellissime bambine Githa coetanea di little ms. Sunshine, e Yomei due anni più grande. Fra Githa e la mostra little ms. il clic è stato immediato e, per dirla con le loro parole, si sono scelta come sorelline. Per tutto il tempo che siamo rimasti lì erano praticamente inseparabili. Tanto che al momento di andarcene, la piccola Githa, disperata, non voleva lasciare little ms. e ha supplicato la mamma e il papà di lasciarla venire a stare da noi per un paio di giorni. 
Era commovente vedere l'attaccamento delle due bambine che fino a poche ore prima non si conoscevano neanche. Al nostro sì la loro gioia ormai incontenibile è esplosa in canti, balli e urla.
E' stata una bellissima giornata d'Incontri. Ritrovarsi e riprendere da dove si era lasciato a dispetto del tempo, ma  anche ritrovarsi per chi si è appena incontrato. Questi sono i veri regali del Natale.

18 Dec 2011

back to the future

da quando mi sono operata non ho più voglia di riprendere il mio lavoro di "cuoca in affitto". Mi sembra di aver perso l'entusiasmo e la passione che mi contraddistinguono nel cucinare. Mi spingo a dire che ho quasi un rigetto.
Come ho scritto più volte qui, in me è in corso una metamorfosi fisica ma anche e soprattutto mentale. 
Ho voglia di nuove sfide, di mettermi alla prova con un lavoro diverso e stimolante, che mi metta anche più in contatto con l'esterno. Da quando sono qui in Olanda ho dovuto accettare ed adattarmi ad una nuova cultura, spesso a spese della mia personalità. Non mi lamento di questo Paese che mi piace e  considero una seconda Patria. Ci sono delle differenze culturali però, che sono difficili da accettare completamente, una per tutte la quasi mancanza di spontaneità. Tutto è regolato e pianificato, anche le relazioni interpersonali fra familiari, amici, vicini di casa sono quasi sempre pianificate in anticipo, tutto a scapito appunto della spontaneità. Questo per me, italiana per giunta del Sud, è difficile da digerire e mi crea non poche difficoltà relazionali. Da persona di natura estremamente sociale, mi sono trasformata in una specie di lumaca sempre chiusa nel suo guscio per paura di fare qualcosa di sbagliato e di ricevere sempre "no" come risposta. Posso dire tranquillamente di aver rinnegato la mia natura per essere "accettata" qui. Il mio circolo di conoscenze è anche molto limitato e in quasi 10 anni di permanenza qui, non posso dire di avere creato delle amicizie come quelle che mi sono rimaste in Italia.
Voglio allargare i miei orizzonti e per farlo devo soprattutto ampliare
 il circolo di conoscenze e uscire dalla sfera vicinato, scuola, amici di mr. Gordilla. Un lavoro fuori casa,  sicuramente mi darebbe più possibilità in questo senso. Ho bisogno di essere in contatto con le persone, di parlare, condividere, scambiare opinioni. E' vitale per me e per la mia salute psico-emotiva. Il mio lavoro di cuoca, non mi dà la possibilità di creare legami a lungo termine visto che la maggior parte dei miei clienti, fatta eccezione per pochi, sono una tantum. L'intolleranza alla mia attività cuciniera, è anche sostenuta da questa irrequietudine interiore.
Come per molte cose che mi riguardano, però, il repentino capovolgimento di fronti è sempre dietro l'angolo e, quando qualche giorno addietro una mia vecchia cliente mi ha contattata per chiedermi se fossi disponibile per il 17 a cucinare per lei e altri 15 ospiti, non mi sono sentita di rifiutare. 
Mi sono preparata all'evento quasi svogliata. Ieri sera, però, una volta lì, mi sono ritrovata. Mi muovevo con naturalezza e soprattutto mi piaceva e divertiva quello che facevo. 
Dà grande soddisfazione rendere la gente felice con il cibo da me preparato: è un'iniezione vitale all'orgoglio personale, che male certo non fà. 
Queste sensazioni forti, mi hanno fatto riflettere. Il cambiamento lo desidero veramente, ma credo possa coesistere con quello che ho costruito finora. Posso reinventarmi partendo da dove ho lasciato, per quanto riguarda l'Arte Culinaria, e allo stesso tempo coltivare la possibilità di fare anche qualcos'altro. Le due cose, tempo e voglia permettendo, credo possano coesistere. Anche perchè la mia attività di chef mi dà assoluta libertà di gestione, non sono vincolata a niente e nessuno se non a me stessa, il che è un lusso. Un lavoro diverso, part-time o full-time che sia, limiterebbe per definizione il mio tempo. 
Ogni cosa ha un prezzo, si sa, bisognerà vedere quanto sarò io disposta a pagare.
Il mio curriculum vitae è stato comunque rispolverato e rinfrescato, ora non mi resta che inviarlo e attendere che qualche cosa d'interessante germogli.
Mi sento meno irrequieta e contenta di quello che ho raggiunto finora con le mie forze. 

La frenesia e la smania di cambiamento delle quali ero ostaggio, hanno allentato la morsa, lasciando spazio alla ragione che insieme al tempo faranno il loro corso. Non mi resta che ritornare al futuro.

25 Nov 2011

opkikkerdag...ovvero una giornata memorabile

una settimana fa sono stata contattata dall'Associazione Opkikker. Si tratta di un'associazione non a fine di lucro che organizza fra le altre cose, giornate speciali per bambini e ragazzi malati cronici e le loro famigie, per distrarli dalle pene quotidiane e regalare loro un giorno indimenticabile. 
Daphne, la volontaria, mi ha chiesto se volessi prendere parte alla giornata speciale organizzata per Laura, una ragazza quindicenne, malata di cancro, che vive nella mia stessa città e che adora il cibo italiano e cucinare in genere. Nonostante, da quando mi sono operata, non abbia per niente voglia di cucinare, ho accettato senza esitazione.
Laura è stata coccolata per tutto il giorno con una serie di appuntamenti a sorpresa. Intorno alle 16.00 è arrivata  a casa mia insieme alla sua famiglia con 2 Ferrari e due Porche, scortata dalla polizia...proprio come una Very Important Person! E' stato emozionante per me figuriamoci per lei. 
Io lei e la sua famiglia abbiamo cucinato insieme e poi loro hanno mangiato i manicaretti preparati. Laura era al settimo cielo per la fantasmagorica giornata trascorsa. Era visibilmente stanca ma raggiante. Prima di andare via mi ha regalato lo stemma simbolo dell'Associazione, dicendomi: "Donatella questo è per te, non si compra da nessuna parte, lo si può solo meritare". Ci siamo abbracciate.
Mi sono commossa. E' stata una giornata intensa e sono felice di aver contribuito in parte alla gioia di questa dolce ragazza. Lei ha sicuramente contribuito alla mia.

21 Nov 2011

zia Fernanda

il mio pensiero è per te.
Ieri, così, all'improvviso, te ne sei andata per sempre. Provo un dolore sordo e mi manchi come non mai. 
Avrei voluto salutarti e baciarti per l'ultima volta, ma la distanza e i tempi brevi, purtroppo me lo hanno impedito e ne soffro. 
Sei stata una grande parte della mia infanzia, quella gioiosa e spensierata. Poi, negli ultimi anni, non per mia volontà ci siamo perse. Avrai avuto le tue ragioni per l'isolamento che ti sei creato intorno, per me, però, sono rimaste sempre incomprensibili e dolorose.
Per una vita sei stata prigioniera. Prima di una madre oppressiva e padrona, poi delle scelte che hai fatto per sfuggire a quella tirannia. Prigioniera anche del tuo corpo, con i tuoi tanti, troppi chili che non ti hanno reso certo il cammino facile. Il tuo cuore martoriato emotivamente e fisicamente, alla fine, esausto, si è fermato.
Mi hai sorpreso un paio di mesi fa quando, dopo aver saputo che mi ero operata, mi hai telefonato un paio di volte, preoccupata, per sapere come stavo. E' stato bello sentirti e parlare con te. Non ti sentivo da tanto. Mi hai detto che, anche se non ci sentivamo o vedevamo, ero sempre nei tuoi pensieri. Di perdonare i tuoi modi astrusi di fare, che non erano mai in malafede: "lo sai, sono fatta così, ma ti voglio bene, piccenna mia", mi hai detto. E io ne voglio tanto a te.
Ci sono tante cose di te che mi sfuggono, tanti perchè che ormai tali rimarranno perchè tu non ci sei davvero più.
Quello che rimane indelebile e caro è il profumo della tua pelle, il tuo sguardo dolce e pacioccone, il tuo sorriso  timido, insieme alla morbidezza del tuo abbraccio che sapeva di rifugio coccoloso.
Ti piango, ma spero che ora finalmente tu abbia trovato la pace di cui tanto avevi bisogno.

13 Nov 2011

2: the magic number!

poco fa mr. Gordilla impaziente e moooolto più curioso di me, mi ha praticamente costretta a salire sulla bilancia. Io volevo aspettare sino a martedì, giorno in cui normalmente mi peso, ma lui ha insistito che voleva cogliere e immortalare il fatidico momento. Non si era sbagliato, sul display c'erano finalmente solo 2 numeri! E' da più di dieci anni che non li vedevo!!!
Certo che se lo dico così non mi rendo neanche conto della grandezza della prestazione. Quando ragiono in termini di paragone tipo, dal fatidico 10 marzo 2011 ho perso  in totale la bellezza di 24,3 kg, praticamente una piccola ms. Sunshine (lei pesa in realtà 23 kg), allora sì che posso darmi una pacca sulla spalla.
E' proprio tanto e lo sento in tutto. I miei piedi e le ginocchia ringraziano, insieme a tutto il resto. 
La discesa ora è più lenta, ma continua, ed è questo quello che conta. Tutto il resto non c'è più. Op op ai prossimi!
E mica stiamo a pettina' bbambole qui!

24 Oct 2011

« ed ella avea del cul fatto trombetta »

prendo umilmente in prestito le parole del sommo poeta per rendere più cultural-chic quello che ho da dire.
Ho appena chiamato la dietista perchè è quasi una settimana che ho eccessiva flautolenza dal pessimo odore e una specie di diarrea, più o meno liquida, di colore beige. In più ho l'impressione che la cacca sia molto grassa. 
Stamattina poi, subito dopo aver bevuto il latte, mi sono dovuta precipitare in bagno per una scarica  praticamente liquida. 
Nelle ultime settimane ho buttato giù troppi carboidrati semplici (pane) e spiluccato sicuramente troppe (relativamente parlando) cose dolci, forte del fatto di non avere dumping. Credo, però, che il mio corpo reagisca comunque agli zuccheri e ai grassi.
Susanne mi ha chiesto se avevo dolori o fitte mentre mangiavo, le ho risposto di no. 
Mi ha detto di sospendere il latte per un pò, per via del lattosio (potrebbe essersi sviluppata un'intolleranza), di bere molta acqua, di mangiare solo pane integrale e di attenermi ai sei pasti giornalieri. Ha aggiunto anche che essendo la dieta sbilanciata sulle proteine, l'entrata di fibre è ridotta, quindi  l'intestino ne può risentire. Mi ha anche chiesto se il chirurgo, durante il Gastric Bypass avesse rimosso la cistifellea. Io le ho risposto di no.
Se in questa settimana non dovessero esserci miglioramenti, la devo ricontattare per iniziare un'indagine più approfondita. Potrebbe anche trattarsi proprio di calcolosi della colecisti, che è fra i potenziali effetti collaterali delle resezioni gastriche. Speriamo di no.
Mi ha anche detto di stare tranquilla e non agitarmi, perchè anche lo stress può avere effetti sulle basse vie. E io lo so benissimo che è così, perchè quando sono in ansia o agitata, devo subito correre in bagno.
Bon, la cosa positiva è che ritorno alla dieta talebana sugar-free che mi ero imposta nei primi due mesi. Certo, male non mi fà, sono le tentazioni e le voglie che la vedono dura. Ma a me tocca, anche perchè di dover continuamente andare in bagno proprio non mi va. 
Se questa reazione cacchereccia è solo una questione di alimentazione, la considererò come la mia dumping personale, che tutto sommato non mi dispiace affatto.

17 Oct 2011

controllo dal cardiologo

stamattina ho rivisto il cardiologo. Come mi aveva anticipato il dr. van de Laar, le analisi erano ottime e non rivelavano alcuna anomalia che potesse ricondurre alla fibrillazione. Il dr. Mairuhu mi ha detto che in realtà, a parte in alcune patologie note, le cause della fibrillazione atriale non sono chiare. Quindi è sempre difficile per loro, stabilire una diagnosi. Nel mio caso specifico lo stress e la debilitazione fisica per il dimagrimento eccessivo e repentino possono aver giocato un ruolo.
Ho detto al dr. Mairuhu che dall'1 settembre scorso, non ho più avuto attacchi e che da circa un mese, vado a nuotare due volte alla settimana. Lui, molto soddisfatto e compiaciuto, mi ha detto che l'attività fisica è ottima per il cuore con problemi di fibrillazione atriale e mi ha incoraggiata a continuare. Gli ho anche detto che durante il nuoto mi sentivo come frenata per via del betabloccante che assumo. Lui me lo ha confermato e mi ha detto che se non avessi avuto più attacchi, al prossimo controllo, fra sei mesi, avremmo potuto inizare a decrescere la dose fino a sospenderlo completamente. Era anche d'accordo con me sul non prendere il farmaco antiaritmico (il Tambocor Controlled Release, principio attivo flecainide), per via dei pesanti effetti collaterali.
Prima di salutarmi, sorridendo mi ha detto di contattarlo  eventualmente per qualsiasi problema e di non preoccuparmi più di tanto perchè la fibrillazione, per quanto fastidiosa, non mette a rischio la mia vita.
Insomma le sue parole più il mio stato d'animo generalmente più positivo mi rendono tranquilla.
So e sento di essere sulla strada giusta.

13 Oct 2011

secondo controllo post-op con il chirurgo

dall'ultima volta che ho scritto, ho inizato la terapia psicologica e oggi, alla seconda seduta, la psicologa mi ha detto che praticamente non avevo bisogno di lei, ero riuscita da sola a ritrovarmi. 
La fibrillazione è stato un colpo forte per me, arrivato in un momento di estrema vulnerabilità psico-fisica. Ora sono riuscita ad accettarla e anche a conviverci. Almeno credo. Il tempo è stato senz'altro il mio alleato. Il fatto poi che dall'ultimo attacco sia trascorso più di un mese, certo aiuta.
La controprova l'avrò solo se e quando il mio cuore farà di nuovo il matto. Per ora mi sento più forte e credo di poter affrontare il problema in modo più sereno.
Oggi avevo anche la visita di controllo ai tre mesi con il chirurgo: il mio eroe dr. van de Laar. Ero un pò emozionata ad incontrarlo. Subito dopo avermi salutata, la prima cosa che mi ha chiesto non appena sono entrata in stanza è stata di salire sulla bilancia per toglierci il pensiero. Il numero parlava da solo: 103,5 kg vestita. Non ricordo più quale peso iniziale fosse registrato sul mio dossier, ma si è subito complimentato con me per il risultato che rientrava pienamente nelle sue aspettative visto che, a suo dire, in media avevo perso 1 kg alla settimana. 
Mi ha chiesto se vomitavo, se avevo dolori o fastidi. Gli ho risposto che a parte la fibrillazione, di cui si è ricordato, il post operatorio è andato molto bene. In questi tre mesi ho vomitato solo due volte e sempre per mia disattenzione: mangiato troppo veloce e non masticato a sufficienza. Soddisfatto mi ha spiegato anche che sentire dei doloretti è pienamente normale, considerate le dimensioni del nuovo stomaco. Io gli ho detto che per me il risultato più importante dell'operazione era il ritrovato senso di sazietà e pienezza. Non ha prezzo, per chi, come me, aveva un buco nero al posto dello stomaco. Lui mi ha sorriso. 
Poi guardando il monitor mi ha detto che i risultati delle analisi erano buoni. Io un pò sorpresa da questa affermazione, gli ho chiesto di quali analisi parlasse visto che non ne avevo fatte di recente. Si riferiva al prelievo che avevo fatto un'oretta prima.
Stupefatta dalla velocità, gli ho detto che erano state prescritte dal dr. Mairuhu, il cardiologo. Van de Laar mi ha confermato che i valori erano buoni e che per quanto lo riguardava avrei fatto un check up completo ai 6 mesi dall'intervento, seguìto dalla visita con l'internista il dr. Gerdes. Il controllo successivo sarebbe stato all'anno e poi annuale. Mi ha consegnato la richiesta delle analisi. 
Prima di congedarmi, gli ho portato i saluti di mia madre che si era stra-stra-raccomandata di farlo, dicendogli anche che lei, a ragione, lo considerava il mio "salvatore". Lui un pò imbarazzato, sorridendo mi ha detto che era lieto di poter aiutare con il suo lavoro persone come me. Ci siamo salutati. 
Sono uscita con una sensazione grande di soddisfazione e orgoglio per i miei risultati, nonchè di grande ammirazione per quell'uomo. Mijn held (il mio eroe)!!
Mi sono diretta al poli medicina interna per fissare l'appuntamento con il dr. Gerdes a gennaio.
Rientrando a casa pensavo a come passa in fretta il tempo. Poco prima dell'0perazione avevo la sensazione contraria: il tempo non passava mai. Ma questo ha a che fare più con la mia percezione e il mio stato d'animo. 
Sono sempre io, ma anche no. Sto cambiando, o meglio dovrei dire la vera me si fà sempre più spazio spingendo l'ingombrante grossa, sempre più in lontano. La procedura di sfratto coatto è iniziata il 19 luglio 2011 e durerà un bel pò prima che io possa riprendere possesso della mia vita. 
La metamorfosi a cui sto andando incontro è totale. Non si tratta solo di chili di grasso che vanno via o di una questione estetica, è ben più profondo il cambiamento. Sento necessario rimettermi in gioco su più fronti, a cominciare dai rapporti sociali per finire al lavoro. 
Non è semplice, ma cosa lo è? Ma si sa quando il gioco si fà duro i duri cominciano a giocare!

22 Sept 2011

trattamento di fine rapporto

stamattina ho messo finalmente mano al mio guardaroba. Finora, forse per stupida scaramanzia, non avevo osato.
Ho riempito tre grandi sacchi di vestiti che non mi stanno più. E' stata un'azione purificatoria e liberatoria, quasi rituale. Quei sacchi rappresentano una parte di me dalla quale prendo finalmente definitivo commiato. Ho mantenuto solo qualche cosa che mi sta ancora bene e poi, tutto il resto l'ho liquidato senza pensarci due volte. 
Negli ultimi giorni, poi, ho ceduto alla tentazione e, anche per gratificarmi un pò, mi sono comprate un paio di cosette nuove e a pochi euro in outlet.
Poter indossare due, tre taglie in meno, a seconda del modello e del tessuto, è stata un'emozione indescrivibile. Mi sorridevo davanti allo specchio del camerino per l'incredulità e la soddisfazione. Mi sentivo bella tutta. Lo specchio rimandava un'immagine di me radiante, di chi può finalmente indossare altro che le solite, noiose divise a vela da cicciona. Da tempo non mi sentivo così.
Spulciando nell'armadio poi, sono andata alla ricerca di una gonna di qualche anno fa, di quando ero "magra". Non ero sicura di averla conservata. Invece, in fondo in un angolo, l'ho trovata. Non ho perso tempo e l'ho sùbito voluta indossare. Mi sta di nuovo a pennello. Sono così contenta!!! 
Non mi resta che stringere un paio di gonne e comprarmi un pantalone nero, e l'indispensabile per ora ce l'ho.
Con questa prima operazione sgombro coatto, aria nuova e fresca gira anche nel mio guardaroba. 
Ho sempre curato il mio aspetto, nonostante le limitazioni impostemi dalla ciccia. Ora che mi sto sgonfiando inizio a sentirmi più libera di scegliere. Un nuovo vestito, il giusto rossetto, capelli sbarazzini, viso curato, un pò di frivolezza, sono gesti d'affetto per me stessa e una coccola per lo spirito. Insomma, anche il mio occhio vuole la sua parte!

20 Sept 2011

finalmente in piscina

oggi, dopo tanto parlare da parte mia, sono andata in piscina. Un altro piccolo traguardo d'aggiungere alla mia bacheca di sfide personali.
Devo ringraziare per questo credo mio marito, che sapendo della mia ignavia su questa questione, ne ha parlato con Willy, una nostra amica, e quest'ultima, avendo bisogno anche lei di muoversi, mi ha proposto di andarci insieme.
La presenza di un buddy è stata per me decisiva.
Io e Willy abbiamo nuotato per tre quarti d'ora e ho perso il conto delle vasche fatte. Quello che conta per me è che, dopo tanto bla bla, mi sono finalmente mossa e messa alla prova. 
Il fiato è un pò corto già alla prima vasca, credo che anche il betabloccante che prendo faccia la sua parte in questo senso. Tanto non è per la prestazione atletica che devo andarci, anche perchè, come mi è stato ribadito dalla fisioterapista, non devo assolutamente strafare. Piano piano, fra una bracciata e l'altra, lavorerò ad una condizione fisica, ora praticamente inesistente. Questo il vero obiettivo. 
E' stato piacevole andarci insieme ad un'amica. Condividiamo qualcosa sostenendoci a vicenda: abbiamo un appuntamento, un impegno reciproco, quindi non c'è spazio per le scuse.
Dopo il nuoto poi, ci siamo concesse pure una meritata pausa tè/caffè/chiacchiere nella caffetteria della piscina. Cosa chiedere di più?!
Gli indugi ormai sono stati rotti, ci ho preso gusto e ho deciso di andarci due volte alla settimana: martedì e giovedì. Così, oltre ad andare in bici, aggiungo i due momenti di attività fisica un pò più intensiva consigliati sempre dalla fisioterapista.
Mi sono stancata, ma sono soddisfatta di me, questo è certo.

19 Sept 2011

due mesi

oggi sono due mesi dal mio Gastric Bypass e peso 105,8 kg: ho perso in totale 13,9 kg. Li chiamiamo 14?!
Il bilancio, fatta eccezione per la fibrillazione, che peraltro non sembra essere direttamente collegata a questo intervento, è senz'altro positivo. 
Il peso, come previsto, è sceso molto meno velocemente rispetto al primo mese. Ho avuto anche due settimane di stallo, anche questo, come mi è stato detto, rientra nella normalità. 
Alle ore comandate ho fame, quindi quella non è sparita. La mia dieta prevede sei momenti al giorno per mangiare, per facilità li chiamo pasti, anche se, viste le quantità, il termine è un pò eccessivo. Comunque, ai tre pasti principali si aggiungono tre merende. Ecco queste ultime sono per me un problema, visto che soprattutto fra colazione e pranzo e fra pranzo e cena, non ho proprio fame. Ma mi devo imporre di mangiare perchè ho bisogno di nutrienti. Solo con tre pasti non riesco a raggiungere la quantità giornaliera a me indispensabile di proteine e calcio, come mi ha cazziato la dietista l'altro giorno.
La grande conquista, almeno per me, rimane il ritrovato senso di sazietà e le porzioni ridotte, che poi tanto ridotte non sono, almeno non come me le ero immaginate io nei miei scenari mentali più pessimistici. Penso che in totale per pasto raggiungo i 150-200g.
Per quanto riguarda i menù, mangio quello che cucino per il resto della famiglia. La carne troppo filamentosa e secca ancora non mi scende, il pesce, dall'inizio, va giù senza problemi. Anche il non poter bere durante i pasti non mi pesa particolarmente.
Devo mangiare lentamente e anche con il bere devo aspettare che il sorso sia sceso per prenderne un altro, altrimenti creo ingorgo e mi sento soffocare. 
Nell'ultima settimana ho dato un assaggio, per la prima volta in quasi due mesi, a cose dolci, tipo un biscotto, oppure un pezzettino, veramente ino, di cioccolata o ciambella. Non ho avuto nessuna reazione, nessuna dumpingPsicologicamente, però, la temo così tanto, che automaticamente mi astengo dall'andare oltre. 
Prendo con piacere atto che, proprio la Dumping Syndrome, una delle cose che più temevo del Gastric Bypass, e mi faceva propendere per la Sleeve, ora si rivela un grande punto in mio favore. Il che mi rende ancora più soddisfatta della mia scelta.
Sul potenziale cambio di gusti, finora posso parlare di una maggiore acutezza: il dolce mi sembra moooolto dolce, sarà anche per la quasi totale astinenza, il salato pure. E le cose eccessivamente grasse mi disgustano.
L'aspetto conviviale del mangiare, che temevo più di tutto, si sta rivelando un falso problema. Riesco a resistere a molte tentazioni, e quando non ce la faccio proprio, prendo un assaggio minimo e mi sento soddisfatta. Più volte siamo andati a mangiare fuori e non è stata per niente una tragedia. Mi sono scelte le mie cose e quello che non mi entrava più l'ho passato a mio marito. Sì perchè il bellissimo è che quando sono piena, potrebbe esserci la tentazione più succulenta e slurposa in tavola, non riesco proprio ad andare oltre.  

La parte più difficile per me è il dover mangiare consapevolmente in relazione ai tempi di masticazione e deglutizione. Ecco, quello sì è tutto da imparare, visto che il mio cervello dà ordini in automatico. Invece devo pensare attentamente a quello che faccio per evitare di sentirmi male. Ci vorrà tempo, ma ci arrivo, e il fatto che non mi sento più soffocare per ingorghi nell'esofago, e non rigurgito da tempo, nè tanto meno vomito, dimostra i miei progressi. 
Poi c'è la parte della "ricompensa" a tutti i sacrifici, che non è certo roba da poco. Vedere giorno dopo giorno il mio corpo sgonfiarsi, potermi muovere più agilmente senza impicci cicciosi che mi ostacolano, apprezzare la mia figura in un modo nuovo, avere una maggiore scelta nell'acquisto dei vestiti, riuscire ad accavallare le gambe, sono sicuramente tutti stimoli ad andare avanti e non scoraggiarmi davanti agli ostacoli. I capelli che cadono, per esempio, sono stati motivo di cambio drastico e rigenerante di look. Della serie: come trasformare un evento "meno", in uno "più"!
L'aspetto psicologico dell'operazione ha per me l'impatto più forte. Arrivare e prendere la decisione di operarmi e cambiare irreversibilmente il mio corpo, mi è costata molta energia. Me ne rendo conto ora che ne sono a corto per affrontare il sopraggiunto e inatteso problema al cuore.
La buona notizia è che incomincio a vedere la luce alla fine del tunnel e questo mi sostiene ad andarle incontro.

Continua così ragazza!

18 Sept 2011

che c'è di male a dirlo?

tutti si complimentano per i risultati, ma solo pochi non ignorano o liquidano con noncuranza cosa ho dovuto, devo e dovrò fare per ottenerli. 
Questa superficialità, specie se arriva da vicino, mi ferisce molto. Sono anche stanca di dover accettare la presunta "buona fede" delle azioni altrui che riguardano me, perchè, si sappia, la buona di fede, fà male quanto e come la cattiva.
Non sono un fenomeno da mostrare, nè tanto meno un oggetto di conversazione. Le persone che sentivo di dover informare, le ho informate personalmente. Il resto della gente non mi interessava prima, mi interessa meno ora. 
Non cerco complimenti, nè la "comprensione"/partecipazione finta o vera che sia del mio prossimo. Semplicemente non ho voglia di spiegare a tutto il mondo, così tanto per parlarne, le mie scelte, i miei perchè, il dolore che si rinnova ogni volta che ne parlo. E questa è faccenda molto diversa dal "che c'è di male a dirlo?".
Sono stata costretta da circostanze avverse, da una malattia subdola qual è l'obesità, a dover ricorrere a rimedi estremi, per darmi la possibilità di un futuro migliore. L'operazione l'ho fatta il 19 luglio 2011, ma le conseguenze che porta con sè, sono a vita. E questo, se per molti è un piccolo dettaglio da ignorare, per me no. 
Della mia famiglia, l'unico che sa veramente quanto dolore e lacrime mi è costata questa decisione, è mio marito, che mi è stato davvero affianco in tutto. Gli altri, chi più chi meno, ne sono stati toccati marginalmente e la leggerezza con cui parlano di tutto, lo dimostra.
Tre quarti della mia vita sono il risultato di decisioni altrui che ho dovuto subire, non ultimo la mia obesità. Non è vittimismo, è un dato di fatto.
Da quando ho deciso di venirmene qui, nel bene e nel male, sono finalmente io in carica al 100%. Questo ultimo percorso intrapreso, ne è l'ennesima prova.

Sono orgogliosa di me e fiera della mia scelta, non ho niente di cui vergognarmi o rimproverarmi. I risultati che si cominciano a vedere, mi danno grande soddisfazione, ma il prezzo che ho dovuto pagare e i sacrifici che mi costano giornalmente, non li dimentico. Per questo non ci trovo niente da festeggiare, nè ci vedo motivo di vanto pubblico. 
Il mio organismo è cambiato per sempre e con esso sta cambiando tutto il resto, non solo esteticamente.
Le cinque piccole cicatrici che si vedono sulla mia pancia sono solo il promemoria di una ferita ben più grande e profonda, che mi ha segnato e cambiato il corso della vita e che spero l'amore per me stessa e il tempo rimargineranno.  
L'empatia è cosa preziosa e rara, ma il rispetto per me e le mie sofferenze, quello sì che lo pretendo.
Questo il male che c'è.

15 Sept 2011

maratona specialistica

quella di oggi. Come previsto mi sono vista nell'ordine con la dietista, la fisioterapista e la psicologa. Sono partita da casa alle 9.30 e sono ritornata alle 17.00. 
Ma andiamo con ordine.
La dietista mi ha chiesto come andasse con la dieta e cosa mangiavo. Dal mio racconto ha potuto calcolare che non mangio sufficientemente e che la percentuale giornaliera raccomandata di proteine, non la raggiungo. Dal controllo del peso poi, mi ha confermato che stavo perdendo troppo e velocemente. Mi ha cazziata ben bene e per la prima volta nella mia vita mi sono sentita dire: "devi mangiare di più!". La sorte mi sfruculia, se non è ironia questa! Mi ha detto che lo sapeva che non ho fame, ma i sei pasti sono lì per una ragione. Ora mangio appena 1/6 di quanto mangiavo prima. La capacità del nuovo stomaco è molto ridotta, quindi l'entrata giornaliera di nutrienti deve essere divisa nell'arco della giornata. Saltando le merende, come spesso faccio io per mancanza assoluta di fame, non mi nutro sufficientemente e danneggio irreversibilmente, fra le altre cose, la mia massa muscolare. Inoltre mangiando più volte al giorno si evita di arrivare ai pasti principali con tantissima fame, e ritornare nelle viziose abitudini pre-operazione. Insomma ho incassato il colpo e mi sono ripromessa di rispettare le regole. Ci siamo date appuntamento per il 13 ottobre prossimo.
La visita con la fisioterapista era alle 13.00, quindi avevo circa due ore da far passare. Sapendo gli intervalli d'attesa fra una visita e l'altra mi ero portata da casa il mio uncinetto, qualche libro e il panino per mezzogiorno. Mi sono diretta al parcheggio. Giornata d'estate oggi, cielo terso e sole splendente. Una volta in macchina, ho aperto tutti i finestrini e mi sono messa a lavorare. Verso le 12.30 ho mangiato il panino e subito dopo mi sono diretta in reparto per la seconda visita del giorno.
La fisioterapista, molto giovane, aveva un marcato accento americano. Si è scusata per il suo olandese, io sorridendo le ho detto che eravamo entrambe ospiti in questo Paese. Mi ha chiesto come andasse con il movimento dopo l'operazione. Io le ho detto che mi sento sicuramente più agile sia nel salire le scale, sia nell'andare in bici. Attività fisica che facevo era camminare di tanto in tanto, faccende in casa, bici, ma niente di più. L'ho aggiornata anche della sopravvenuta fibrillazione atriale e delle medicine che prendo. 
Lei mi ha detto che potevo iniziare ad inserire due volte alla settimana almeno trenta minuti di attività cardio, in modo molto graduale, considerato che sono stata operata da poco e non devo sforzare il mio corpo più del necessario. 
Io, sentendo attività cardio le ho chiesto se il betabloccante che prendo poteva essere un problema, vista la sua funzione di rallentamento della frequenza cardiaca. Lei mi ha risposto che nonostante il rallentamento provocato dal farmaco, durante un'attività fisica intensiva, il battito anche se frenato, sale comunque. Anche lei lo prendeva (il che mi ha sorpresa non poco vista la sua giovane età) e se la sua frequenza da ferma si aggira intorno ai 50-60 battiti p/m, questa sale in fase motoria ai 130 p/m. 
Comunque, prima di iniziare qualsiasi cosa, mi sarei dovuta consultare con il mio cardiolgo. Le ho detto che la domanda l'avevo già posta e lui mi ha rassicurata che posso fare tranquillamente sport.
Quindi non restava altro che iniziare. Se volevo, poteva inserirmi nel suo gruppo di pazienti con un incontro bisettimanale lì in ospedale. Lo scopo era di iniziare a piccoli passi, sotto supervisione specialistica, un'attività fisica più intensiva (un'ora) e costante (almeno due volte alla settimana). Gli appuntamenti non potevano essere saltati con le più disparate scuse, sia per una questione di disciplina personale, che di rispetto verso il lavoro degli altri. I posti erano limitati, quindi se si accettava, si prendeva l'impegno di lavorare seriamente. 

Io le ho detto che diventava un pò difficile per me fare su e giù da Amsterdam, specie nel pomeriggio, considerato tutte le cose, fra scuola, danza e piscina, che ho da fare con little ms. Sunshine. 
Lei comprendendo appieno la situazione, mi ha detto che non era indispensabile che io andassi lì, anche perchè aveva la netta sensazione che io fossi motivata abbastanza a seguire un programma di attività fisica, a prescindere dalla locazione. 
Potevo mettermi in contatto con un fisioterapista della mia città, oppure seguire un programma ad hoc di fitness terapeutico, in palestra.
A questo punto le ho parlato della mia intenzione di andare a nuotare, e lei mi ha detto che andava benissimo, a patto di non strafare sforzando eccessivamente il mio corpo ancora in fase di guarigione da un intervento serio come il Gastric Bypass. La gradualità dello sforzo nell'attività fisica è condizione inprescindibile in questa fase, tanto quanto lo sono la costanza e l'intensità. La supervisione di un fisioterapista si inserisce proprio in questo contesto. Lo specialista sa quanti e quali esercizi inserire nel programma di riabilitazione fisica di pazienti come me, e soprattutto sa come farli eseguire. 

Comunque per qualsiasi dubbio o chiarimento potevo sempre contattare lei o un fisioterapista della mia città. 
Erano le 13.30 circa e l'ultimo appuntamento, quello con la psicologa era alle 15.00. Così, tanto per mettere subito in pratica la promessa fatta a me e alla dietista, sono andata giù in caffetteria e mi sono ordinata un latte freddo. Dopodicchè sono rientrata in macchina e ho continuato a lavorare all'uncinetto. All'ora prevista mia sono recata su in reparto per l'ultima visita. Dopo qualche minuto di attesa, la psicologa  sig.ra Dekker mi è venuta a prendere e mi ha fatto accomodare nel suo studio. 
La sig.ra, molto dolce e giovane, mi ha spiegato che quall'appuntamento era solo conoscitivo. Mi ha sùbito chiesto quale fosse il problema e io le ho spiegato tutto quello che mi era successo da dopo il 19 luglio. Mi sono ovviamente soffermata su quello che per me era fonte di stress e angoscia in questo: il sopraggiunto problema al cuore e i miei timori subconsci di essere stata io a causarlo decidendo di operarmi. Le insicurezze che ne sono derivate, la paura, la rabbia, l'insoddisfazione generale, l'abbattimento, la voglia di cambiare anche la mia vita di tutti i giorni.
La sensazione piacevole che ho avuto da subito è che lei, ascoltandomi per tutto il tempo con attenzione, comprendendeva completamente le mie paure e non mi giudicava. 
Mi ha detto che avevo fatto sicuramente bene a prendere contatto con loro, dimostra che prendo atto del problema e cerco di risolverlo anche chiedendo aiuto. Loro sono inseriti nel team di bariatria perchè sanno che l'impatto psicologico dell'operazione è notevole sul paziente, più di quanto si possa immaginare. Non tutti hanno necessità di iniziare un percorso psicologico di sostegno post-operazione, ma per molti pazienti è sicuramente d'aiuto.
Mi ha poi chiesto cosa mi aspettassi dallo psicologo. Le ho risposto che speravo mi fosse indicata una strada da percorrere per comprendere e accettare il nuovo status quo. Lei ha annuito e mi ha detto che sicuramente poteva essermi d'aiuto in molti modi e ha fissato il primo appuntamento di terapia per il 29 settembre prossimo. Avremo tre quarti d'ora per parlare. Insomma da lì si parte, il resto lo vedremo volta per volta.  

Trenta minuti intensi e certamente positivi per me. Per il solo fatto di averne parlato con un estraneo competente, già mi sento meglio.
Sono tornata a casa stanca, ma soddisfatta della mia giornata e soprattutto di me. Il primo sasso l'ho gettato, vediamo dove i cerchi mi portano.

14 Sept 2011

taglio corto e via!

i capelli cadono e la chioma comincia visibilmente a diradarsi. Quindi è tempo di misure drastiche: taglio corto!
Non vedo altra alternativa fra mantenere questa mezza lunghezza dall'aspetto di uno spaventapasseri spennacchiato o tagliarli molto corti e rinforzarli.
Il cambio look poi credo sia corroborante e fà pendant con il cambiamento generale peraltro già visibile. 
Da adulta non ho mai osato tagliare corto per via della faccia tonda. Ma ora chi se ne frega. Vado di pixie!
Mi sembra anche una metafora di vita. Dovrei applicare tanta decisione a tutto il resto. Ma ci sto arrivando!

12 Sept 2011

partenze

i piccolinis se ne sono andati. Sono triste. 
Stamattina presto i saluti con little ms. Sunshine e mr. Gordilla che andavano rispettivamente a scuola e a lavoro. Evvai con i primi pianti.
Verso le 11.00 li ho accompagnati in stazione. La separazione,  soprattutto con la mamma, è stata straziante. In questi due mesi e mezzo di soggiorno olandese, si è presa lei cura di tutto in casa. Papà, invece, era addetto alla spesa. Io ero praticamente in ferie da ogni faccenda domestica.
La loro presenza qui è stata importante tanto per me quanto per mio marito e la nostra piccola. 
Mr. Gordilla ha perso il suo "compagno di avventure" e la "mamma tornado". Mentre la piccola ms. Sunshine, le coccole e le cure salutari di "nonno pomodoro" e "nonna oimmè", così come li ha ribattezzati lei stessa.
A prescindere dall'utilissimo sostegno pratico, è bello avere un pezzo di famiglia con sè, qualcuno su cui poter contare a prescindere. Questo è ciò che mi manca del mio Paese. La famiglia e gli amici, quei pochi e buoni che ho, non sono replicabili. E il vuoto che soprattutto in momenti di difficoltà sento, ahimè, non è sempre colmabile con telefonate o mail.
Quando poco fa sono andata a prendere la mia little ms. da scuola, le ho detto che i nonni erano partiti e le ho chiesto se le sarebbero mancati. Lei, un pò triste, mi ha risposto di sì facendomi a sua volta la stessa domanda. Anche io le ho risposto di sì e lei mi ha detto seria "mamma, non ti preoccupare, mi occupo io di te ora".
Questa volta le lacrime che mi sono scese, erano d'Amore per la mia sorprendente Meravigliosa Creatura.

9 Sept 2011

manco a farlo apposta

oggi pomeriggio sono riprese le lezioni di nuoto per little ms. Sunshine. La lezione dura un'ora, e in genere vado in centro a fare la spesa o a godermi la mia "ora di libertà". 
Questa volta però non ne avevo voglia e sono rimasta in piscina ad aspettare al bar che la lezione finisse. Nell'attesa, mi sono seduta al grande tavolo sul quale ho notato immediatamente, fra le tante riviste e giornali, una piccola brochure intitolata "CARDIO". 
Incuriosita da quel titolo, l'ho iniziata a sfogliare e leggere.
Era un opuscolo informativo sulle malattie cardio-vascolari, a cura dell'Associazione "De Hart & Vaatgroep" (Gruppo malattie cardio-vascolari), delle province Noord-Holland e Flevoland. All'interno una serie di notizie molto interessanti e il rinvio alla loro rivista mensile "Vida", che ho trovato anche quella, sul tavolo.
Con mia sorpresa vi erano molti articoli proprio sulla fibrillazione atriale, che come sapevo colpisce molte persone ed è l'aritmia cardiaca più diffusa al mondo. Indirizzi web e appuntamenti molto utili per chi, confrontato con questo problema,  vuole capirci un pò di più e soprattutto vuole imparare a conviverci, confrontandosi anche con compagni di sventura. 

Un  appuntamento per tutti: il 30 settembre prossimo l'Associazione organizza "Giornata Nazionale della Fibrillazione Atriale". 
Devo aggiungere altro? Ho sorriso fra me e me. L'universo cospira in mio favore!

8 Sept 2011

rabbia

ne sono piena. Sono incazzata con tutto, con tutti e con il mondo. Era da parecchio che non  mi succedeva. Negli anni, soprattutto da quando sono qui, ho imparato a dominarla la mia rabbia e a trasformarla. Ora non mi riesce più. E' troppa e non la contengo.
Grave effetto collaterale di questo stato rabbioso sono le vittime che miete. Io stessa, che ne sono ostaggio, ma anche e  non di meno chi mi sta vicino. Mi basta un niente per esplodere, letteralemte esplodere e chi ne fa le conseguenze sono mia figlia e mio marito. Mi odio ancora di più per questo. Soprattutto quando si tratta di mia figlia. Quando sono così arrabbiata e lei fa qualcosa che non avrebbe dovuto fare, la rabbia di cui sono colma, straripa, ferendo. La cosa più brutta è che vedo il terrore nei suoi occhi. Ha paura di me. E' una visione terribile, una lama che mi penetra dentro. Io sono la causa del suo e del mio dolore.
Quando subito dopo mi calmo, lei viene puntualmente da me e mi dà un bacio oppure mi abbraccia facendomi sentire ancora più sbagliata e snaturata. In quel momento vedo l'enormità del mio fallimento.
Le mie reazioni cominciano ad essere sproporzionate e prima di fare danni ancora più seri, devo riprendere possesso del mio controllo.
Il grave problema è che sono a corto di energia, l'ho finita. Ma devo/voglio trovare un modo per ricaricarmi e uscire da questo vortice malefico. 
"Shit happens", si dice. Be' è proprio così, e grogiolarmici dentro, certo non migliora la situazione. 
Sono stanca dei miei pensieri circolari. Sono stanca di me. Voglio guardare il mio presente con altri occhi, godendomi quello che ho, non piangendomi addosso per quello che non va, e mettendo i primi passi per ottenere quello che voglio.
Questo è parlare!

7 Sept 2011

perchè

doveva capitarmi questa fibrillazione atriale?
Perchè ora?
Perchè, in un angolo remoto del mio cervello, penso che il Gastric Bypass sia la causa? Perchè non mi fido completamente di quello che invece mi dicono i dottori al riguardo?
Perchè non smetto di sentirmi in colpa per quello che mi è successo?
Perchè non riesco a scindere i due eventi e andare avanti con la mia vita?
Perchè non mi sono messa a dieta invece di operarmi?
Perchè da zero medicine prima dell'operazione, sono passata a tre dopo?
Perchè la bilancia si è inchiodata?
Perchè non vado davvero in piscina invece di continuare solo a dirlo?
Perchè non oso più?
Perchè sono diventata così insicura nei rapporti interpersonali?
Perchè non riesco a godermi il momento, il presente?
Perchè non mi dò una mossa e cambio quello che non mi va più?
Perchè continuo a illudermi sulle persone?
Perchè non imparo una volta per tutte a non aspettarmi niente da nessuno?
Perchè non mi concentro su quello che invece va bene?

Mentre scrivo mi rendo conto di quanto siano inutili e dannosi tutti questi perchè.
Devo abbandonare questa nave che affonda, prima che sia troppo tardi.

5 Sept 2011

una tregua

stamattina dopo aver accompagnato la nostra little ms. Sunshine a scuola, per il suo primo giorno nel gruppo 3 (la prima elementare), la prima cosa che ho fatto è stato chiamare l'ospedale e fissare un consulto telefonico con il cardiologo e un appuntamento con la psicologa. Quest'ultimo sarà il 15 settembre prossimo.
Alle 12.20, invece, mi ha chiamato il dr. Mairuhu. Gli ho spiegato la mia perplessità sull'assunzione del nuovo farmaco antiaritmico da lui prescritto, in relazione alla mia recente operazione e lui, d'accordo con me, mi ha detto di rivederci ad ottobre e da lì decidere il da farsi. Il test da sforzo ovviamente cadeva, ma le analisi del sangue no. Come già sapevo, dovevo continuare a prendere il betabloccante e l'anticoagulante.
Ho fissato il nuovo appuntamento con il cardiologo per il 13 ottobre, giorno in cui farò anche il controllo ai 3 mesi con il chirurgo.
Mi sento meglio. Che si tratti di chili di grasso o di zavorre psicologiche, anche questo è un altro peso in meno. 
Sono contenta anche di incontrare la psicologa, perchè ho assolutamente bisogno di parlare con qualcuno che abbia competenza e sappia indicarmi una via d'uscita da questo labirinto psico-emotivo in cui mi sono ficcata.

2 Sept 2011

il cardiologo e il cuore matto

un sorridente dottor Mairuhu, che mi ha subito riconosciuta, ha esordito dicendo: "come arrivi tu alla fibrillazione atriale?".
"A saperlo!" - gli ho risposto io, amareggiata.
Mi ha sorriso di nuovo e mi ha fatto accomodare. Quando, pochi minuti prima, mi sono presentata in accettazione, avevo consegnato all'infermiera la richiesta per la visita specialistica del mio medico curante, e la copia dell'ECG del 7 agosto scorso, che evidenziava la fibrillazione atriale. Quindi il dottore conosceva i nuovi sviluppi.
Poi mi ha chiesto come è iniziato l'attacco e la durata. Gli ho risposto che ieri, a 25 giorni di distanza, se n'era verificato un altro, e che in entrambi i casi ero a letto e molto serena, che sono durati circa 8 ore e sono cessati spontaneamente. 
Gli ho immediatamente chiesto se mi dovevo preoccupare per la mia vita e se questo problema fosse una conseguenza del Gastric Bypass che, ironia della sorte beffarda, avevo deciso di fare proprio per prevenire problemi soprattutto al cuore. Lui mi ha assicurato che non si tratta di una patologia che minaccia la vita e che non c'è nessuna correlazione diretta con il tipo di operazione che ho fatto. Anche perchè, come hanno dimostrato tutte le analisi pre-operatorie, il mio cuore, soffio a parte, è sano. Sono solo state circostanze e coincidenze sfortunate. Per dirla a parole mie, invece, sfiga nera.
Non c'è una spiegazione chiara e netta per la fibrillazione in genere. Quello che non si deve sottovalutare nel mio caso, è che il mio organismo ha subìto un enorme cambiamento e ora sta ricercando un equilibrio che potrebbe provocare scompensi. Quindi indirettamente l'intervento chirurgico potrebbe aver scatenato la fibrillazione (che io credo fosse già presente in maniera latente da almeno due anni).
Le medicine che mi sono state prescritte all'ospedale il 7 agosto, vanno bene e servono per prevenire i rischi connessi alla fibrillazione atriale: ictus cerebrale ed embolia. Ma non prevengono gli attacchi, per questo lui mi ha prescritto un altro farmaco da aggiungere al cocktail. Evvai e siamo a 3! Questo farmaco, però, che potrebbe darmi problemi seri, deve essere assunto esclusivamente sotto controllo medico. Infatti lo proverò per venti giorni, durante i quali, farò anche un esame cardiaco sotto sforzo per accertare che lo stesso non crei maggiori scompensi al mio cuore. Mi ha anche prescritto delle analisi del sangue per controllare una serie di valori che potrebbero chiarire la causa del problema.
Gli ho anche chiesto come fosse l'ECG che mi era stato fatto quando sono arrivata, e lui mi ha detto che era normale.
Il dottore ha poi aggiunto che un altro aspetto da tenere sotto controllo, in relazione alla fibrillazione atriale, è la ritenzione dei liquidi. Un atrio “fibrillante” nel tempo perde la contrazione e questo fatto determina la riduzione del circa 20% – 30% dell’efficienza di pompa del cuore. L’importante perdita dell’efficienza cardiaca non fa altro che aumentare la sintomatologia del paziente peggiorando principalmente l’affanno e la stanchezza. Per la stessa ragione aumenta la ritenzione di liquidi, quindi il peso corporeo e compare il gonfiore (l’edema) a livello degli arti inferiori.
Il 15 settembre, insieme alle altre visite post-operatorie  programmate con la dietista e la fisioterapista, farò anche il prelievo del sangue e il test sotto sforzo, mentre il 23 mi rivedrò con lui.
Sono uscita dall'ospedale tranquilla ma non troppo, e ho spiegato alla mamma e papà, che mi avevano accompagnata, cosa mi aveva detto il cardiologo.
Quando sono arrivata a casa ho immediatamente "googolato" il farmaco prescrittomi, il Tambocor CR (controlled release=rilascio graduale), principio attivo flecainide. Non c'è da stare allegri. Molti pazienti che soffrono di fibrillazione atriale, una volta provato questo farmaco, preferiscono sospenderlo, continuando solo la terapia anticoagulante e betabloccante preventiva, per via dei pesanti effetti collaterali della flecainide: possibile maggiore aritmia o, per contro, bradicardia, e poi dispnea, confusione, dimenticanza, atassia,  nausea, vomito, vista doppia, abbassamento delle difese immunitarie, ittero.
Soprattutto chi è affetto da fibrillazione atriale parossistica (come me finora), preferisce convivere con gli attacchi saltuari, piuttosto che assumere questo farmaco e rischiare di peggiorare la situazione rendendola addirittura cronica. 
Almeno a quanto leggo su internet, il rischio è molto alto di cadere dalla padella nella brace. 
Lunedì telefono in cardiologia per fissare un consulto telefonico con il dr. Mairuhu e chiedergli se è proprio necessario che prenda questo nuovo farmaco, considerata la natura parossistica della mia fibrillazione e, non meno importante, la mia nuova anatomia e fisiologia interna dopo il Gastric Bypass. E se proprio devo, per quanto. Devo anche accertarmi se per il test da sforzo dovrò sospendere il betabloccante, così come indicato nel foglietto datomi dall'infermiera, visto che lui non me ne ha fatto cenno.
La triste conclusione che traggo è che questa fibrillazione atriale sarà pure "innocente", ma è subdola. Questo non vuol dire che devo cantarmi il requiem, ma che devo imparare ad accettarla, limitarne i rischi e rimanere allerta. 
L'impatto psicologico che ha su di me è catastrofico. In questo momento ne sono sopraffatta, mi sembra di essere entrata in un tunnel senza uscita. Metto in discussione anche tutte le decisioni prese finora nutrendo così un senso di colpa deleterio. Sono arrabbiata con me stessa e non riesco a scindere il Gastric Bypass dal sopravvenire della fibrillazione. Il che mi consuma. 
Ho bisogno d'aiuto professionale e prima lo cerco, meglio sarà per la mia salute psichica.

1 Sept 2011

ci risiamo

praticamente alla vigilia della visita con il cardiologo, il mio cuore rifà il matto. La notte scorsa all'1.15 ha iniziato a battere molto forte e senza ritmo. Bruttissima sensazione, mi sembrava che da un momento all'altro esplodesse. Avevo molto freddo. Ero anche sola, perchè mr. Gordillla è fuori sede per lavoro, quindi l'agitazione era doppia. Non prendendo pace, anche se era tardi, verso l'1.30 l'ho chiamato. Non è che lui potesse fare granché a 200 km di distanza, ma parlargli mi ha tranquillizzata un pò. Continuando a tremare per il freddo, ho aggiunto una coperta e dopo essermi girata e rigirata nel letto per l'ennesima volta, esausta mi sono addormentata. Stamattina alle 7.30 mi sono svegliata stanca e il cuore, anche se con minore intensità, era ancora in fibrillazione. Ero preoccupata ma non agitata. Mr. Gordilla mi ha telefonato alle 7.50 per sapere come stavo e mi ha consigliato di chiamare il dottore, cosa che io avevo già intenzione di fare alle 8.00 quando apriva lo studio.
Alle 8.45, la segretaria mi ha fissato l'appuntamento con la tirocinante, perchè il dottore oggi iniziava ambulatorio in tarda mattinata.
Una volta lì, la dottoressa mi ha chiesto cosa fosse successo e poi mi ha auscultato il cuore e i polmoni, mi ha misurato l'ossigenazione del sangue e la pressione. Come l'altra volta, avevo la sensazione che la fibrillazione fosse cessata, infatti era così. La tirocinante, però per avere conferma della sua diagnosi, ha chiamato il mio dottore che è immediatamente venuto. 
Mi ha chiesto quanti chili avevo già perso e quando gli ho risposto 11 in poco più di cinque settimane, lui ha sorriso e mi ha detto che avrebbe dovuta farla anche lui l'operazione. Mi ha fatto ridere. 
Dopo avermi auscultato il cuore e accertata la frequenza del battito cardiaco, anche lui mi ha confermato che il ritmo cardiaco era regolare. Si è accertato con la dottoressa che anche gli altri valori lo fossero, e mi ha consigliato, in caso di recidiva, di aumentare di mezza dose il bisopropolo, potevo anche arrivare a prenderne 10g. In caso di forte dolore, difficoltà respiratorie e altri sintomi preoccupanti, avrei dovuto chiamare il pronto soccorso. 
Gli ho anche detto che stranamente il problema, come l'altra volta, si è verificato, quando io ero davvero molto serena. Secondo lui questi episodi potevano essere correlati ai rapidi cambiamenti a cui il mio organismo è sottoposto, ma il cardiologo sarebbe stato sicuramente più accurato nella diagnosi. 
Sono uscita dall'ambulatorio quasi in trance. Mi sento molto stanca, ma tutto sommato sono più tranquilla della volta scorsa intanto perchè so di cosa si tratta, e poi mi sembra già di avere imparato a convivere con questo problema. La preoccupazione rimane eccome, ma sono relativamente calma e non sono più incazzata per la beffa
Finalmente  domani vedrò il cardiologo per capirne un pò di più. Almeno spero. 

31 Aug 2011

io e il mio orto

oggi ho trascorso il pomeriggio a lavorare nel mio orto. 
Pur non essendomi mai cimentata in agricoltura, è da quando sono arrivata in Olanda che desideravo avere un mio orto. Soprattutto perchè qui non riesco a trovare molte verdure tipiche della mia terra.
Un pò di tempo fa mr. Gordilla cercava una rimessa dove sistemare tutti i suoi "giocattoli" e poter lavorare ai suoi hobby. L'ha trovata in un grande appezzamento di terreno, con annesse serre e abitazione dei proprietari, praticamente alle spalle di casa nostra. 
Bene, il mio maritino, sapendo del mio desiderio, non ha perso tempo a chiedere al proprietario se fosse possibile utilizzare una delle sue serre per darmi la possibilità di creare il mio tanto desiderato orto. Detto fatto. 
Jos e Willy, i due proprietari, che ho poi conosciuto anche io, sono persone molto simpatiche e disponibili, e fra di noi c'è subito stata simpatia.
Jos, che considero il mio mentore agronomo, dall'aspetto burbero, ma buono come il pane, mi sta insegnando l'ABC dell'orto. 
Mi sono fatti comprare un pò di semi di cose buone buone dall'Italia e nell'attesa che arrivassero, sempre sotto la guida di Jos, io e mr. Gordilla abbiamo piantato pomodori, cetrioli e peperoni che lui aveva comprato per noi.
Un mese fa il primo raccolto. Che meraviglia, le piccole creature che ci siamo curate con tanta devozione, ci hanno donato dei frutti deliziosi. Soprattutto i pomodori, una vera prelibatezza. Vogliamo mettere? Saporitissimi, super biologici, altro che i pomodori carta velina che si trovano al supermercato. 
Quando sono arrivati i semi dall'Italia poi, è stata la volta delle mie verdure. Non è il tempo giusto per seminare melanzane e peperoni ma, considerato che cresceranno in serra,  ho voluto provare con la cicoria catalogna, il finocchio e i pomodori san marzano.
Così come mi ha insegnato Jos, ho seminato in una cassetta e dopo un paio di settimane ho trasferito ogni singolo germoglio in un vasetto per farlo crescere fino a diventare una piantina.
Un paio di settimane fa, invece, ho seminato le mie adorate cime di rape. 
Oggi ho trapiantato le prime piantine di cicoria catalogna per terra. Domani sarà il turno dei finocchi e del trasferimento dei germogli di cime di rape nei vasi.
E' un lavoro che mi rilassa molto. Nella pace assoluta, sono così intenta a lavorare che i pensieri non hanno ragione d'esistere e lasciano il posto ad uno stato di grazia. Il contatto con la terra e la vita mi dà gioia. Per non parlare del raccolto. E' una soddisfazione immensa, poter mangiare ciò che si è fatto crescere con le proprie mani. Non vedo l'ora di poter assaporare le mie rape. Già mi vedo!
Insomma, dopo un bel pò di lavoro, sono rientrata a casa soddisfatta e serena alle note di "voglio andare a vivere in campagna...ah ah ah ahhhhhhh". 
L'allegria si è impossessata di me. Potere terapeutico della terra e dei suoi frutti. 

26 Aug 2011

piccole grandi conquiste

in mattinata mi sono dedicata alla mia cura personale, un pò di pedicure e manicure. 
La parte piedi, mi ha riservato una gradevole sorpresa: nel piegarmi ero molto più flessibile e, soprattutto, non andavo in apnea per dare lo smalto alle unghie. Certo, solo chi come me è obeso o lo è stato, può capire il senso completo di questo traguardo. Seduta nel giardino, sorridevo da sola, per questa mia conquista. 
Nel primo pomeriggio, invece, siamo ritornati a Middelburg per fare un pò di shopping. Quando ho visto il mio negozio di abbigliamento di fiducia, non ho resistito, e mi sono infilata dentro. Alla vista dei jeans, ho ceduto alla tentazione e ne ho voluto provare un paio. Ho preso a colpo sicuro la taglia 50 (equivalente alla nostra 54), perchè l'ultimo paio che avevo era 52 e mi stava già largo. Per curiosità ho preso anche la taglia 48 (ita=52). Ho provato i primi (50) e mi stavano a pennello. Poi, tanto per togliermi lo sfizio, ho messo su i taglia 48. Mi stavano bene anche questi, ma erano un pò troppo attillati per i miei gusti. Senza pensarci due volte ho comprato i jeans taglia 50 e sono uscita dal negozio con una sensazione di soddisfazione addosso indefinibile. 
Una volta a casa ho voluto indossare i jeans per farli vedere al resto della ciurma. Mia madre ha subito detto che erano troppo grandi. Io ho insistito di no. A fine serata, però, ho dovuto darle ragione: ci ballavo dentro. Domani vado a cambiarli con i taglia 48, anche perchè fra qualche settimana mi staranno comunque troppo larghi. 
Però, che soddisfazione. Il mio primo acquisto di abbigliamento post-operazione con due, dico due, taglie in meno, e tutto in poco più di un mese. E vai!
Già il solo pensiero di avere un paio di jeans taglia 48 mi rende euforica. 
Dovrò aggiustare anche la taratura mentale alle taglie. Il fatto è che da troppo tempo compro un certo tipo di abbigliamento, quindi non mi è automatico adeguarmi al nuovo status quo, peraltro in divenire. C'è un gap fra quella che sono in realtà e quella che penso di essere. Lo devo colmare, ma questo è uno "sforzo" che voglio proprio fare. 

25 Aug 2011

lvctor et emergo

un mesetto fa circa, sono venuti a trovarci un paio di amici e,  sapendo tutto lo stress a cui sono stata sottoposta per via dell'operazione, ci hanno offerto di trascorrere una settimana di relax nella loro casa al mare, in Zeeland provincia nel sud-ovest dell'Olanda. Abbiamo subito accettato. 
Sabato scorso, con piccolinis al seguito, siamo partiti direzione mare. 
La casa di Ben e Toos, insieme ad un altro centinaio, si trova nei pressi di Burgh-Haamstedein un grande parco con annesso frutteto di mele e pere, campi da tennis, piscina e vari parchi giochi per i bambini. Il mare è a due km e ci si può arrivare facilmente anche a piedi o in bici. 
Devo precisare che l'estate di quest'anno è stata ed è pessima: sole con il lanternino, temperature fra i 12°e i 20° (che a me personalmente non dispiacciono), e nuvole e pioggia un giorno sì e l'altro pure (che du' bols). Quindi di andarsi a fare il bagno o prendere il sole neanche a parlarne. Nonostante questo, però, già il fatto di essere a contatto con il mare, mi fà stare bene. Mi sto godendo la natura, i paesaggi che ci circondano e un terapeutico dolce far niente. Passegiate sulla spiaggia, fra le dune, nelle cittadine qui intorno, un pò di uncinetto, lettura e tv. Con questi ritmi lenti e piacevoli trascorrono le mie giornate. Avevo proprio bisogno di rompere la routine e soprattutto di alleggerire il carico in testa.
Oggi, nel tardo pomeriggio, siamo andati a Middelburg, la città natale di mr. Gordilla. Ci ero già stata parecchio tempo fa, ma non me la ricordavo per niente così incantevole. Ne sono rimasta affascinata e me ne sono innamorata. 

Mio marito, in versione insolitamente romantica, a sorpresa ci ha portato a vedere la casa dove è nato. Era visibilmente emozionato dai ricordi della sua infanzia e mi sono commossa anche io nell'ascoltare i suoi racconti. 
Da lì ci siamo spostati alla ricerca di un parcheggio. Dopo averlo finalmente trovato, ci siamo diretti a piedi verso il centro storico. Siamo entrati da una delle porte dell'antico muro di cinta della città e sono stata immediatamente attratta dallo stemma che troneggiava alla sua testa: un leone rampante coronato, che emerge dalle onde, con sotto la scritta insolita da destra a sinistra LVCTOR ET EMERGO, combatto ed emergo vittorioso. 
Mr. Gordilla mi ha spiegato che quello è lo stemma araldico della provincia di Zeeland. Il leone, simbolo di forza e protezione, che rappresenta storicamente l'Olanda, in questo caso combatte con le onde ma ne emerge vittorioso. Il motto, riassumerebbe, fra le altre cose, la secolare lotta della Zelanda con il Mare del Nord. Da qui combatto ed emergo, scritto in modo speculare perchè si riflette anch'esso nell'acqua, elemento imprescindibile da questo popolo. 
Semplice ed efficace. Mi ci sono ritrovata in pieno. Ho pensato a come è strana la vita, che con i suoi percorsi casuali, inaspettatamente ci conduce dritta a qualcosa che per noi ha un senso compiuto. 
E mi vengono in mente le parole di Milan Kundera:
«(...) non è vero che un avvenimento è tanto più speciale e unico quanti più sono i casi fortuiti che lo determinano?  
Ciò che avviene per necessità, ciò che ci si aspetta ogni giorno, non ci comunica niente, è muto. Soltanto il caso, essendo pieno di “magia”, ci parla...». E io l'ho saputo ascoltare.