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18 Dec 2011

back to the future

da quando mi sono operata non ho più voglia di riprendere il mio lavoro di "cuoca in affitto". Mi sembra di aver perso l'entusiasmo e la passione che mi contraddistinguono nel cucinare. Mi spingo a dire che ho quasi un rigetto.
Come ho scritto più volte qui, in me è in corso una metamorfosi fisica ma anche e soprattutto mentale. 
Ho voglia di nuove sfide, di mettermi alla prova con un lavoro diverso e stimolante, che mi metta anche più in contatto con l'esterno. Da quando sono qui in Olanda ho dovuto accettare ed adattarmi ad una nuova cultura, spesso a spese della mia personalità. Non mi lamento di questo Paese che mi piace e  considero una seconda Patria. Ci sono delle differenze culturali però, che sono difficili da accettare completamente, una per tutte la quasi mancanza di spontaneità. Tutto è regolato e pianificato, anche le relazioni interpersonali fra familiari, amici, vicini di casa sono quasi sempre pianificate in anticipo, tutto a scapito appunto della spontaneità. Questo per me, italiana per giunta del Sud, è difficile da digerire e mi crea non poche difficoltà relazionali. Da persona di natura estremamente sociale, mi sono trasformata in una specie di lumaca sempre chiusa nel suo guscio per paura di fare qualcosa di sbagliato e di ricevere sempre "no" come risposta. Posso dire tranquillamente di aver rinnegato la mia natura per essere "accettata" qui. Il mio circolo di conoscenze è anche molto limitato e in quasi 10 anni di permanenza qui, non posso dire di avere creato delle amicizie come quelle che mi sono rimaste in Italia.
Voglio allargare i miei orizzonti e per farlo devo soprattutto ampliare
 il circolo di conoscenze e uscire dalla sfera vicinato, scuola, amici di mr. Gordilla. Un lavoro fuori casa,  sicuramente mi darebbe più possibilità in questo senso. Ho bisogno di essere in contatto con le persone, di parlare, condividere, scambiare opinioni. E' vitale per me e per la mia salute psico-emotiva. Il mio lavoro di cuoca, non mi dà la possibilità di creare legami a lungo termine visto che la maggior parte dei miei clienti, fatta eccezione per pochi, sono una tantum. L'intolleranza alla mia attività cuciniera, è anche sostenuta da questa irrequietudine interiore.
Come per molte cose che mi riguardano, però, il repentino capovolgimento di fronti è sempre dietro l'angolo e, quando qualche giorno addietro una mia vecchia cliente mi ha contattata per chiedermi se fossi disponibile per il 17 a cucinare per lei e altri 15 ospiti, non mi sono sentita di rifiutare. 
Mi sono preparata all'evento quasi svogliata. Ieri sera, però, una volta lì, mi sono ritrovata. Mi muovevo con naturalezza e soprattutto mi piaceva e divertiva quello che facevo. 
Dà grande soddisfazione rendere la gente felice con il cibo da me preparato: è un'iniezione vitale all'orgoglio personale, che male certo non fà. 
Queste sensazioni forti, mi hanno fatto riflettere. Il cambiamento lo desidero veramente, ma credo possa coesistere con quello che ho costruito finora. Posso reinventarmi partendo da dove ho lasciato, per quanto riguarda l'Arte Culinaria, e allo stesso tempo coltivare la possibilità di fare anche qualcos'altro. Le due cose, tempo e voglia permettendo, credo possano coesistere. Anche perchè la mia attività di chef mi dà assoluta libertà di gestione, non sono vincolata a niente e nessuno se non a me stessa, il che è un lusso. Un lavoro diverso, part-time o full-time che sia, limiterebbe per definizione il mio tempo. 
Ogni cosa ha un prezzo, si sa, bisognerà vedere quanto sarò io disposta a pagare.
Il mio curriculum vitae è stato comunque rispolverato e rinfrescato, ora non mi resta che inviarlo e attendere che qualche cosa d'interessante germogli.
Mi sento meno irrequieta e contenta di quello che ho raggiunto finora con le mie forze. 

La frenesia e la smania di cambiamento delle quali ero ostaggio, hanno allentato la morsa, lasciando spazio alla ragione che insieme al tempo faranno il loro corso. Non mi resta che ritornare al futuro.

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