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14 Apr 2011

la psicologa

alle 11.00 l'incontro con la psicologa che è durato all'incirca 50 minuti. 
Come immaginavo, non è che abbiamo parlato di chi sa che, visto il mega questionario che avevo dovuto compilare e che era già davanti a lei sulla scrivania. La dott.sa si è particolarmente soffermata sul mio lato emozionale e su quello percettivo.
Mi ha chiesto se la mia obesità mi creava delle limitazioni a livello fisico e sociale. Fisicamente le ho detto che, pur essendo relativamente in buona salute, ho dolori alle ginocchia quando salgo le scale, oppure il fiatone e il cuore in gola quando faccio attività fisiche un pò più intense del normale, il che mi spaventa non poco. Proprio la tutela del mio stato di salute nel prossimo futuro è la motivazione per cui ho deciso di ricorrere alla chirurgia bariatrica. 
Dal punto di vista sociale l'obesità non costituiva per me un complesso. Problemi me ne ha sicuramente creati nella mia infanzia quando venivo insultata e addidata dagli altri bambini come la cicciona; nell'adolescenza, quando non ero considerata una ragazza con cui uscire, sia dai maschi che dalle femmine. Fino ai miei 22 anni, quando un ragazzo s'innamorò di me come persona e non per come apparivo. Quella è stata la svolta nella mia vita: non avevo più bisogno dell'approvazione di nessuno per essere me stessa!
Anche oggi sono in pace con il mio aspetto, l'unica volta in cui, da adulta, mi sono di nuovo sentita insultata fino nell'anima, è stato quando una incapace tirocinante del reparto I.V.F. dell'ospedale universitario Erasmus di Rotterdam, senza conoscere nè me, nè la mia anamnesi, nè il perchè sia io che mio marito eravamo là, mi disse letteralmente: "signora lei è troppo grassa e per questo non può avere figli. Dimagrire è facile, mangi di meno e si muova di più". 
Discriminazione allo stato puro per via del mio peso. Non ero mai stata umiliata a quel modo da un dottore in tutta la mia vita. Alla frustrazione di non diventare mamma, si aggiunse questo colpo molto basso. Quindi a livello psicologico ed emozionale ne fui distrutta, anche perchè, in quell'occasione, mio marito non seppe starmi vicino come avrebbe dovuto. 
Era da poco che mi trovavo qui, tutto era nuovo, ero insicura perchè non parlavo ancora molto bene l'olandese quindi non seppi rispondere per le rime a quella str**za (altro non era), ma quello che è peggio, non lo fece neanche mio marito.
Mi sentì sola, additata ancora una volta e per giunta mr. Gordilla mi aveva lasciata a me stessa, o perlomeno era quello che percepivo. Fu così che ci recammo insieme da uno psicologo, in terapia coniugale, per cercare di capire e venirne fuori.
Qualche mese dopo, a dispetto di tutto e di tutti, rimasi incinta, e senza I.V.F., della nostra meravigliosa Billa.
Da quegli incontri con lo psicologo ho capito che le mie emozioni e i miei impulsi sono così forti che alla fine mi danneggiano. Ho imparato la strada della pazienza e del relativismo, mentre mr. Gordilla ha imparato ad esternare più chiaramente i suoi sentimenti nei miei confronti.
Proprio questo cambiamento nella mia personalità mi sta facendo affrontare tutto il percorso in cui mi trovo con meno stress e, per esempio, mi ha fatto mantenere la calma con il simpatico chirurgo dell'altro ieri, per la faccenda del catetere. Ma quella storia non è certo finita lì.
La psicologa mi ha anche chiesto se questo modo d'essere mi pesa, visto che un pò va contro la mia natura. Io le ho risposto che è sì faticoso, ma che alla fine mi fa stare molto meglio e quindi lo preferisco. E comunque il mio temperamento, anche se domato, rimane pur sempre passionale.
Mi ha anche informato che dopo l'operazione, per via dell'alimentazione diversa che dovrò seguire, potrò avere degli scompensi a carattere emotivo. La mancanza di carboidrati, per esempio, potrebbe causarmi un maggior stato di stress. In quel caso, non devo fare altro che "suonare la campanella", e rivolgermi a loro per chiedere supporto. Ho risposto alla psicologa che per natura sono una che davanti ai problemi cerca soluzioni e se è il caso sa chiedere aiuto, quindi sicuramente avrei seguito il suo consiglio.
Mi ha anche chiesto se l'eventuale pelle in eccesso, causata dal forte dimagrimento, avrebbe costituito un problema per me. Le ho semplicemente detto che quello lo vedo come il minore dei mali. Il mio corpo già ora non è bello, e la pelle pendente non costituiva certo un ostacolo ad andare avanti con questo percorso. Comunque, non era escluso che in futuro potessi decidere di porvi rimedio chirurgicamente. Anche sessualmente non avrebbe costituito un problema, perchè con mio marito abbiamo da sempre un'intimità serena e giocosa, e le mie tante imperfezioni fisiche non hanno mai rappresentato un freno nè per me nè per lui.
Quando si è parlato dei miei lavori, part-time account manager, e il resto del tempo "cuoca in affitto", lei mi ha chiesto che impatto secondo me avrebbe avuto l'operazione specie nell'attività di cuoca. Spesso nel diretto post-operatorio non si ha molta voglia di cibo e ci si concentra soprattutto su come e cosa mangiare, quindi tutto il rito del mangiare assume un'altra dimensione. Le ho semplicemente detto che già ora, quando cucino non mangio mai, assaggio solo per controllare i sapori, quindi l'operazione non credo potesse influire negativamente in questo senso. Inoltre, essendo io libera professionista, potevo decidere tranquillamente di fermarmi con l'attività nel caso in cui mi fosse costata troppa fatica. Lei allora mi ha rincalzato chiedendo come avrei, in quell'ipotesi, impegnato il mio tempo. Le ho risposto che, con il forte dimagrimento, sicuramente avrei avuto molta più energia e quindi forse più voglia di cimentarmi in cose che ora neanche oso pensare. Comunque avrei affrontato le eventuali difficoltà, di volta in volta, quando si fossero presentate. 
Abbiamo anche parlato di chi e come mi sta vicino in questo percorso che ho intrapreso. Mio marito è sicuramente un pilastro per me in questo momento, il suo sostegno è preziosissimo e siamo in sintonia come non mai. 
In famiglia, per mia scelta consapevole, gli unici a sapere dell'operazione sono mia sorella e i miei suoceri, che fra l'altro mia hanno espresso il loro sostegno. I miei genitori, che forse non capirebbero, l'informerò quando avrò una data. Ci sono anche un paio di miei cari amici italiani a saperlo e due amiche qui in Olanda. Mi sono anche iscritta ad un forum di persone che hanno già subìto un'operazione bariatrica, proprio per avere un feed-back e scorci di vita quotidiana post-intervento dai diretti interessati. Parlarne apertamente, così come lo scrivere su questo diario, sicuramente mi aiuta ad elaborare più facilmente tutte le difficoltà. La psicologa, visibilmente compiaciuta da questa mia intraprendenza, mi ha confermato che faccio benissimo.
Quando mi ha chiesto se temessi qualcosa di questa operazione le ho detto che la mia vera preoccupazione, oltre ovviamente al rischio operatorio, è dovuta agli effetti del Gastric Bypass: la possibilità di Dumping Syndrome e la non accessibilità con i normali mezzi d'indagine radiologica (gastroscopia per esempio), della parte di stomaco e del duodeno che vengono bypassati. A livello psicologico questi fattori mi mettono ansia. Ne ha preso nota, come tutto il resto delle cose che le ho detto.  Poi mi ha chiesto cosa rappresentasse per me l'operazione, io le ho semplicemente risposto che la considero uno strumento che potrà aiutarmi ad affrontare un regime alimentare ipocalorico, in maniera costante e con risultati durevoli. 
Tutti i miei tentativi di dieta degli ultimi vent'anni sono sempre cominciati con le migliori intenzioni e tanti sacrifici, che hanno anche dato dei risultati soddisfacenti, ma sono tutti stati a tempo determinato. L'operazione mi avrebbe dato una mano in questo senso: semplicemente non possono più entrare quantità smisurate di cibo nel mio stomaco, quindi un regime ipocalorico sarebbe stato molto più facile da seguire. Se questo non è un aiuto! Lei mi ha sorriso annuendo.
Allora mi ha informata che praticamente lo screening si chiudeva oggi e che presto tutti gli specialisti che avevo incontrato, lei inclusa, si sarebbero riuniti per discutere il mio dossier e trarre le loro conclusioni, che avrebbero poi affidato al chirurgo. Poteva anche essere possibile che lei o qualche altro specialista, mi chiamassero per dei chiarimenti se lo avessero ritenuto opportuno, ma in linea di massima, il prossimo e definitivo passo sarebbe stato l'incontro con il dr. van de Laar che mi avrebbe comunicato la sua decisione. 
Ci siamo così salutate.
Per ora è finita! I miei tre io sono stanchi. E te credo, sono state settimane di fuoco e lacrime, vai e vieni da Amsterdam cercando di conciliare tutto il resto della mia vita con i vari appuntamenti. Ma la missione è compiuta.
L'altra nota positiva, è che la mia testa è vuota. I pensieri pesanti e circolari che vi accampavano da settimane, hanno tolto finalmente le tende. 
Personalmente lo considero un altro traguardo.

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